Trentino Bike Zone e il gemellaggio con le fiere tedesche

Con la conclusione degli E-Bike days è giunta l’ora di tirare le fila di questi 15 giorni oltralpe in compagnia di VisitTrentino e Primabici: Dolomeet con Trentino Bike Zone è infatti stata protagonista nella scena delle fiere dedicate alle due ruote che si sono tenute in Germania nel mese di maggio.

Del primo appuntamento ve ne ha già parlato Andrea Tomaselli, in questo approfondimento sull’esperienza a Lipsia, che ha ospitato la convention di Velo-City 2023 dal 9 al 12 maggio 2023.

E-bike days

Ma il viaggio in Germania della carovana di Trentino Bike Zone non si è concluso al nord, bensì si è avvicinato un po’ a casa e ha lasciato il segno anche nel cuore di Monaco di Baviera. Un appuntamento ormai fisso, che anche quest’anno non ha deluso le aspettative.

3 giorni di festa, test bike e expo all’interno dell’Olympiapark per gli E-Bike days giunti alla loro terza edizione.

Lo stand di Trentino Bike Zone

Inserita all’interno della zona dedicata al cicloturismo e alle destinazioni turistiche, lo spazio espositivo occupato dal Trentino contava quasi 400 mq, così suddiviso.

INFO POINT (40mq). Composto da una tenda 6m x 6m con all’interno 5 desk destinati all’accoglienza e alla distribuzione di materiale promozionale. Desk presidiati dallo staff di Dolomeet e dai rappresentanti delle varie Apt.

AREA CHILL OUT (40mq). L’angolino che tutti vorrebbero all’interno del proprio stand: un’area relax con schermo LedWall per la visione di video promozionali territoriali, il tutto comodamente seduti su sdraio e pouff per un’atmosfera davvero super.

AREA PUMP TRACK (310mq). Il cuore dell’offerta: la messa a disposizione di una pump track modulare modello Evolve dove i più piccini possono cimentarsi alla prova delle balance bike di Primabici sotto la guida attenta degli istruttori di Amibike.

Prossima tappa

Trentino Bike Zone rientra ora in Italia e si dirige piano piano verso Misano, con l’Italian Bike Festival dal 15 al 17 settembre.

Magazine Ciclismo Trentino 2023 | Presentazione ufficiale

Con l’inizio della stagione del pedale, domenica 26 marzo nelle edicole, in omaggio con il quotidiano L’Adige, è stato distribuito il Magazine del Ciclismo Trentino 2023.

Un’edizione di 64 pagine realizzata da MediaAlpi con il coordinamento del giornalista Marco Fontana e la collaborazione delle società ciclistiche trentine è stata presentata giovedì scorso alla Sala Rusconi del Coni Trentino, a a SanbàPolis di Trento.

Il programma della presentazione

A fare gli onori di casa ed aprire la mattinata, la presidente del Comitato trentino della FCI Giovannina Collanega e il direttore del quotidiano L’Adige Pierluigi Depentori.

Per noi il Magazine è fondamentale perché dà la meritata visibilità a società ed eventi della nostra Federazione, composta per lo più da volontari che lavorano 365 giorni all’anno

GiovanINna Collanega, presidente FCI Trentino
da sinistra Demozzi, Kaswalder, Mora, Panetta, Castelli, Collanega, Depentori, Corradini, Zanardi e Casagranda

Le autorità presenti

La presidente del Coni Trentino Paola Mora, l’assessore allo sport del Comune di Trento Salvatore Panetta e il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder.

Gli argomenti più discussi

  • “Io ci provo”. Challenge multidisciplinare che dopo il felice esordio del 2022 è pronta ad allargare gli orizzonti verso gli esordienti e la bmx, nella convinzione che l’acquisizione di sempre maggiori abilità nelle varie discipline sia sempre più fondamentale.
  • In tema di sicurezza,  il vicepresidente della FCI trentina Roberto Corradini ha elencato le iniziative della Federazione per sensibilizzare i vari attori sul tema. Il consigliere Paolo Castelli ha invece sottolineato l’esigenza di avere quanto prima un circuito protetto a Trento, attribuendo alla sinergia tra Comune, Provincia e Federazione la responsabilità di tale progetto di cui si parla da 15 anni.
  • Eventi. Sergio Battistini per la presentazione della Coppa del Mondo MTB che si terrà in Val di Sole dal 30 giugno al 2 luglio. Maurizio Evangelista con il Tour of the Alps e i Campionati italiani a Comano Terme. Per concludere con le Tappe del Giro d’Italia che il 23 e il 24 maggio toccheranno il Trentino tra l’arrivo del Bondone e la partenza da Pergine Valsugana.

Il mio ruolo più difficile nel mondo del ciclismo? Quello di organizzatore, perché ti espone a tante responsabilità regalandoti però tante soddisfazioni

Stefano Casagranda, ex professionista e ora presidente del Veloce Club Borgo

Apertura BRN Bike Village | 4 giugno 2023

Forlimpopoli, 4 giugno 2023: questa la data di apertura ufficiale della maxi cittadella della bici BRN Bike Village. Si tratta del primo villaggio in Italia interamente dedicato al mondo della bicicletta che a breve verrà aperto agli appassionati di ciclismo e a chi vorrà apprendere i segreti delle due ruote, ma anche a tutti coloro che desidereranno, semplicemente, trascorrere una giornata all’aria aperta.

Il suo viaggio è cominciato nel Giugno 2021, quando iniziarono i primi lavori grazie ai fratelli Marco e Gianluca Bernardi, entrambi al timone dell’azienda forlimpopolese BRN Bike Parts. Un maxi progetto che intendeva rigenerare l’ex-area industriale dello storico zuccherificio Sfir: 70mila metri quadrati per un investimento di oltre 15 milioni. Un progetto che ha subito numerose modifiche in questi due anni e che in definitiva ospiterà ben 6 tracciati, diversi a seconda dei gusti e del livello di allenamento:

  • una pista per l’educazione stradale, destinata soprattutto alle scolaresche
  • una Mini pump kids marchiata Evolve
  • 2 pumptrack junior e pro che, con i loro 3.200 metri quadrati di sviluppo complessivo, costituiranno l’area pumptrack più grande d’Italia
  • le linee di dirt jumps, di cui vi parleremo nel prossimo capitolo
  • un tracciato per mountain bike

Oltre ai percorsi bike, all’interno del BRN Bike Village sorgeranno un ristorante bio, un bike cafè ed un’area a uso gratuito attrezzata con il necessario per fare un check-up completo al proprio mezzo.

Un progetto che ha investito molto dal punto di vista della sostenibilità ambientale con 600 nuove piantumazioni, un percorso ciclopedonale di quasi 2 km lineari, integrato e collegato alla rete ciclabile del comune di Forlimpopoli e soprattutto un impianto fotovoltaico da 200 kilowattora, in grado di soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’azienda e del parco.

Abbiamo voluto fortemente il BRN Village per dare il nostro contributo alla promozione di stili di vita sani e sostenibili sul territorio. Siamo felici di aver creato uno spazio in cui promuovere il ciclismo per tutte le età, in un ambiente accogliente e sicuro. Abbiamo in cantiere tante idee, che prenderanno forma dopo l’inaugurazione. Non vediamo l’ora di condividerle.

Marco Bernardi, ad di Brn Bike Parts e ideatore di Buonfood, linea di alimenti funzionali per la salute e il benessere.

LA NUOVA LINEA DIRT

Se nel giorno dell’apertura del BRN Bike Village troverete anche una favolosa linea dirt, dovrete ringraziare un gruppo di ragazzi che, con un simpatico cartello appeso sul cancello del cantiere e una serie di instagram stories, si è mobilitato per richiedere a gran voce la realizzazione di un ulteriore pista – oltre alle 3 già presenti – esclusivamente dedicata alla BMX e agli appassionati di MTB Dirt. Richiesta che BRN ha deciso di accogliere, coinvolgendo per la realizzazione alcuni rider locali fra cui Nicola Frulli, titolare del negozio di biciclette Dinamo Cicli di Forlimpopoli, appassionato di BMX e coordinatore di questa specifica area del parco.  Il nuovo tracciato sarà caratterizzato da una rampa di ingresso e una di uscita alte circa 2 metri, a cui seguono 2 Funbox da 1,4 metri e 1,6 metri all’andata e altre 2 Funbox delle medesime dimensioni al ritorno, per uno sviluppo di circa 40 metri per ciascun senso si marcia.

Abbiamo deciso di accogliere la richiesta di questi ragazzi perché crediamo che il BRN Village debba prima di tutto essere un luogo in cui i più giovani possano trovare uno spazio in cui incontrarsi, immersi in un luogo in cui assieme a loro siano protagonisti lo sport, il benessere, un’alimentazione sana e il rispetto per la natura”.

MARCO E GIANLUCA BERNARDI

LA EVOLVE PUMP TRACK

Poteva esserci un villaggio interamente dedicato al mondo della bicicletta senza che ci fosse la firma di Dolomeet? Impossibile! Infatti all’interno del nuovo BRN Bike Village è presente anche una pump track modulare Evolve: qui trovate tutte le info!

Prese interbloccate sulle colonnine di ricarica ebike

L’abbiamo detto più volte, le colonnine di ricarica Zeus sono dotate di prese interbloccate per la ricarica delle bici e dei veicoli elettrici leggeri: ma cosa si intende per presa interbloccata? Una presa interbloccata, chiamata anche presa di sicurezza interbloccata, è un dispositivo di sicurezza utilizzato per prevenire l’accesso a prese in tensione.

Si tratta di una presa che funziona attraverso un sistema di interblocco che impedisce l’apertura della porta o del coperchio di accesso alla zona pericolosa quando la macchina è in funzione o quando c’è ancora energia presente nell’impianto. In questo modo, la presa interbloccata aiuta a prevenire incidenti causati da accessi non autorizzati.

Le prese interbloccate possono essere inoltre utilizzate in combinazione con altri dispositivi di sicurezza come sensori di movimento, interruttori di emergenza e sistemi di controllo automatico per migliorare ulteriormente la sicurezza delle macchine e degli impianti.

Prese interbloccate | Zeus Charging Station

I diversi tipi di prese interbloccate

Sul mercato si possono trovare diverse tipologie di prese interbloccate, come ad esempio quelle a leva, quelle a pulsante oppure quelle a chiave. La scelta di quale utilizzare dipende dalle specifiche esigenze dell’applicazione e dalle normative di sicurezza applicabili.

Le prese utilizzate sulle colonnine di ricarica Zeus

Tutte le colonnine di ricarica Zeus montano prese interbloccate prodotte da Scame della serie 200.4007B. Si tratta di prese con diverse caratteristiche che rendono la ricarica in luoghi pubblici particolarmente sicura.

Oltre ad essere certificate IP54, queste prese sono dotate di 3 sensori che ne monitorano lo stato. Si tratta di tre sensori di posizione che lavorano sullo stato di apertura/chiusura di:

  1. porta di accesso alla presa schuko
  2. motore dotato di interblocco
  3. inserimento della spina nella presa

Il sistema proprietario di Zeus grazie ad una scheda appositamente creata è in grado di rilevare e gestire lo stato della presa erogando o meno energia. Questo si traduce in una grande sicurezza perchè la presa non viene mai alimentata quando lo sportello è aperto, l’interblocco non è in posizione di chiusura e la presa non è inserita.

Per poter accedere alla presa di corrente sarà sufficiente utilizzare una scheda RFID compatibile oppure utilizzare Zeus App, l’applicazione di ricarica del mondo Zeus. Attraverso il controllo dell’utente, il sistema attiverà la ricarica solo quando necessario, azzerando dunque i rischi di contatto.

In ambienti pubblici l’utilizzo di questi accorgimenti rende sicuro l’accesso alle prese e impedisce il distacco del carico durante la ricarica. Per poter estrarre il caricabatterie l’utente dovrà infatti utilizzare il metodo di sblocco usato per attivare la ricarica, aprire lo sportello ed estrarre la spina.

Una volta richiuso lo sportello il sistema sarà pronto per una nuova ricarica.

Sistema di controllo dell’erogazione di energia | Zeus Charging Station

La sicurezza sulle colonnine Zeus non si ferma qui, la stazione infatti è dotata di protezioni magnetotermiche e differenziali a norma di legge che prevengono qualsiasi schock elettrico. Il sistema restart utilizzato, prodotto da Gewiss, oltre a monitorare in ogni momento eventuali perdite di corrente a terra esegue verifiche periodiche sullo stato del sistema e, in caso di malfunzionamento, toglie corrente all’intera stazione.

Zeus Charging Station | Colonnine per la ricarica di bici elettriche

Zeus è la gamma di soluzioni per la ricarica delle bici elettriche made in Trentino: colonnine, stazioni e parcheggio per ebike e veicoli elettrici leggeri. Vediamo di seguito le caratteristiche e le diverse soluzioni proposte.

Cosa contraddistingue le soluzioni di ricarica Zeus?

  • Adatte per l’installazione in ambienti pubblici aperti a terzi

I sistemi di ricarica Zeus rispettano la Norma CEI EN 61851-1 ed erogano il servizio di ricarica in Modo 3 tramite prese Schuko con interblocco, USB o plugin proprietari. Si tratta dunque di soluzioni ideali anche per Enti Pubblici e grandi aziende.

  • Qualità e sicurezza

Le colonnine di ricarica bici Zeus sono realizzate nel pieno rispetto delle principali normative sulla sicurezza. Le nostre strutture di ricarica bici garantiscono resistenza agli urti (grado IK08) e montano componentistica certificata IP55.

  • Modularità

Massima flessibilità nel comporre la stazione sulla base delle richieste del cliente. Zeus offre supporto dinamico da parte dello staff tecnico per il dimensionamento della struttura.

  • Messa in rete e app mobile

Le stazioni di ricarica ebike sono attivabili direttamente scaricando e utilizzando Zeus App permetto velocità e facilità di utilizzo. Grazie all’integrazione con il gestionale Zeus  il gestore ha accesso a migliaia di possibilità, sia di monitoraggio che di controllo delle colonnine e del loro utilizzo.

  • Non solo ricarica, anche manutenzione

Tutte le soluzioni Zeus Charging Station sono dotate di 24 attrezzi per attività di riparazione e manutenzione della bicicletta. 

  • Pronta consegna

Tutte le soluzioni firmate Zeus sono in pronta consegna. Dal momento dell’ordine, in 15 giorni la tua colonnina sarà montata e pronta per essere usata.

Soluzioni disponibili

Sistemi di ricarica

Zeus Easy e Zeus One

  • 4 punti di ricarica (2 prese Schuko interbloccate, 2 prese USB sempre attive)
  • possibilità di aggiungere fino a 4 caricabatterie opzionali di diversi brand per l’attacco diretto del mezzo
  • vano riparazione con 24 utensili per la manutenzione della bici
  • 2 sostegni – utilizzabili a sella per la bici oppure a manubrio per il monopattino
  • Blocco antifurto per lo stallo durante la ricarica.
  • Attivazione della ricarica: o tramite pusante oppure tramite App o tessera RFID.

Stazioni S-Block

  • Soluzione modulare configurabile che permette di ricaricare contemporaneamente da 1 a 10 e-bike.
  • possibilità di aggiungere fino a caricabatterie opzionali di diversi brand per l’attacco diretto del mezzo
  • vano riparazione con 24 utensili per la manutenzione della bici
  • Sostegni a manubrio
  • Vano deposito con una capienza di 27 litri
  • Blocco antifurto per lo stallo durante la ricarica.
  • Attivazione della ricarica: tramite App oppure tessera RFID.

Sistemi di parcheggio

Modular Parking è una soluzione nuova e ordinata per parcheggiare bici e monopattini. Dotato di 5 sostegni bike a manubrio, disposti 3 sul fronte e 2 sul retro.

Può essere utilizzato come struttura autonoma oppure come modulo da aggiungere a qualsiasi stazione di ricarica Zeus.

Ricevi un preventivo

Invia una mail a info@zeuschargingstation.com oppure chiama il +39 0463 901272 per avere maggiori informazioni e ricevere un preventivo personalizzato.

Come andare in pump track

Come già spiegato in precedenza – ad esempio qui -, la pump track è un circuito chiuso dove si gira senza l’ausilio della pedalata, ma coordinandosi e pompando le whoops: oggi proviamo a spiegarvi meglio quali sono le base per andare in pump track e divertirsi.

Per farla breve, si tratta di schiacciare e tirare la bici sulle gobbe e nelle curve, spostando il peso del corpo per innescare un processo che genera velocità, sfruttando le discese per aumentare la pressione sui pedali e sul manubrio e le salite per diminuirla.

Pump track in asfalto Dolomeet e Trail Generation

Sulla pump track il movimento deve essere fluido, bisogna assecondare le gobbe in salita e spingere su braccia e gambe in discesa per prendere velocità. La Pump track è utile per tutti i biker: ci insegna a non toccare i freni in curva, a fidarci del nostro mezzo e delle nostre capacità. A cercare il nostro limite e sopratutto a migliorare la resistenza alla fatica. 

Torquato Testa, campione di dirt e slopestyle.

Per cominciare

La bici giusta

Per andare in pump track, fondamentale è scegliere la bici giusta. Dimentichiamoci la classica full, sulla pump è controproducente: nel pompare infatti, tutto ciò che è sospensione, tutto ciò che assorbe energia invece di trasferirla a terra è un male. La bici più adatta è sicuramente una dirt, una bicicletta rigida priva di ammortizzatori posteriori e con le ruote belle gonfie, con pressione pari a 4 bar circa. L’impostazione di guida deve essere alta, con il manubrio leggermente piegato all’indietro così che la guida si accorci e rimanga più vicina.

L’abbigliamento

Poche e semplici regole anche per cosa indossare quando si sale in pump track:

  • scarpe abbastanza alte da proteggere il malleolo
  • cavigliere
  • parastinchi
  • pantaloni aderenti e elasticizzati
  • paraschiena
  • casco (scodella o integrale)

I movimenti

L’impostazione

Una volta che l’equipaggiamento è definito si può procedere col salire in bici, ecco qualche accorgimento per un’impostazione di guida corretta:

  • tenere le mani strette, ma non rigide, sulle manopole
  • tenere un solo dito sul freno
  • posizionare il polso in linea con il manubrio, non troppo piegato
  • poggiare l’avanpiede sul pedale, in una posiziona leggermente spostata in avanti (per capirci, la fine del pedale deve corrispondere con l’inizio dell’alluce)
  • concentrarsi sullo sguardo: attenzione a non guardare nè la ruota nè troppo avanti. L’ideale è guardare a 4 metri di distanza dalla ruota, in questo modo si avrà cognizione sia di dove si trova la bici sia di dove ci si trova nello spazio.

Come pompare

Cominciamo ora ad entrare nel merito del movimento principale da apprendere per andare in pump track, cioè il pompare sui bumps. Il concetto chiave è semplice: mentre sei nella parte di discesa spingi con le gambe verso il basso e distendile per accelerare, mentre sei nella parte di salita invece, tieni le gambe flessibili per ridurre l’attrito e mantenere la tua velocità.

Movimenti per girare correttamente in pump track

In salita quindi l’obiettivo è alleggerirsi al massimo per non perdere velocità. Indispensabile sarà quindi saper distendere braccia e gambe. Se all’avvicinarsi della parte in salita del dosso spostiamo in alto il nostro peso, prima con le braccia tirando il manubrio verso l’alto e poi alleggerendo le gambe, neutralizzeremo la forza di gravità che tende a farci rallentare.

Diversamente, in discesa è necessario pompare al massimo per acquistare più velocità possibile. Proviamo dunque a schiacciare la bici a terra, spingendo in basso il manubrio e spostando il peso all’indietro: sedere e bacino dovranno trovarsi proprio sopra la ruota posteriore. La bici acquisterà velocità in modo proporzionale alla spinta data.

Il tutto con il giusto tempismo e coordinazione: quando la ruota posteriore si trova in cima alla gobba allora è ora di cominciare a spostare il peso all’indietro per pompare, quando la ruota raggiungerà la fine della gobba ci si dovrà rimettersi in posizione normale per poi distendersi in salita.

All’inizio ci sentiremo impacciati, ma già dopo qualche giro sentiremo il nostro corpo sciogliersi e i nostri movimenti diventeranno più fluidi. Ci accorgeremo dei primi miglioramenti subito, la velocità aumenta in maniera quasi inspiegabile, impareremo a sentire il nostro corpo e ad anticipare i movimenti.

Evoluzioni pump track

Come affrontare le curve

Una volta imparato a pompare, capiamo come affrontare al meglio le curve perchè se prese nel modo giusto ti aiutano a sentire l’accelerazione e combattere la gravità.

Esistono due tipologie di curve:

  • quelle senza appoggio, sostanzialmente in piano.
  • quelle con appoggio con la presenza della sponda.

Le prime vanno affrontate con i pedali sfalsati (uno su e uno giù) e sono fondamentali per apprendere la guida fuori sella, cioè riuscire a inclinare la bici a dx e sx portando il corpo dalla parte opposta sfalsando i pedali. Importante in questo caso sarà mantenere lo sguardo sempre avanti e, mentre si sfalsano i pedali, pedalare all’indietro per non cambiare la velocità e i ritmi, per evitare di perdere la coordinazione.

Le curve con sponda invece vanno affrontate con piedi pari; qui la discriminante principale è la traiettoria: si deve stare attenti a non stare nè troppo in alto nè troppo in basso, per evitare di scivolare e cadere. Lo sguardo anche qui gioca una ruolo fondamentale: nel momento di approccio alla curva si dovrà guardare il centro della curva, e man mano che ci si avvicina al centro, rivolgere lo sguardo all’uscita e quindi alle gobbe. Insomma, il trucco è trucco è mantenere l’inclinazione e tenere una traiettoria lineare. Per sfruttarle al meglio puoi anche fare un mezzo pump poco prima della curva, senza distendere del tutto le gambe e tenendole semi-piegate.


Bene, ora che hai le basi per andare in pump track, segui i consigli del campione di dirt Torquato Testa all’interno dei suoi tutorial e comincia a fare dei trick da vero pro!


Scopri dove puoi mettere alla prova le abilità acquisite: clicca qui per l’elenco di tutte le pump track firmate Dolomeet.

mappa pump track Dolomeet

Praga in bici: cosa vedere in città e dintorni su due ruote

In genere si pensa che Praga, a differenza di altre capitali europee come Amsterdam o Londra, non sia una città bike-friendly. Ma non c’è niente di più sbagliato. Infatti, con oltre 120 km di piste ciclabili che attraversano la capitale ceca, Praga è la città perfetta da scoprire in bici.
I turisti che fanno un viaggio a Praga possono, infatti, noleggiare una bicicletta o fare un tour su due ruote per godere di un punto di vista unico e speciale, fuori dai classici percorsi turistici.

Tour in bici di Praga

Praga è una città magica, ricca di fascino durante tutto l’anno, ma non c’è niente di meglio che vivere questa bellissima città e le sue meraviglie andando in giro sulle due ruote.
Girare in bici per Praga non solo dà una scarica di adrenalina, un’intensa sensazione di libertà ed è un ottimo modo per restare in forma, ma offre anche ai turisti la possibilità di imbattersi in luoghi bellissimi ma poco conosciuti.
Praga è famosa per i suoi castelli, le cattedrali, le piazze antiche, la vita notturna, i ponti eleganti e la vivace scena artistica. Ma quali sono i migliori tour in bici per scoprire la vera anima di Praga? Ecco una selezione dei percorsi più belli da fare e qualche consiglio utile per vivere al meglio l’esperienza in bici nell’affascinante città di Praga.

I giardini del castello di Praga

Uno dei giri in bicicletta più affascinanti da percorrere sono quelli che portano nei giardini del Castello di Praga, situati nel quartiere Hradcany. Questo è il luogo dove in passato risiedevano i sovrani della Boemia, mentre attualmente vi risiede il capo dello stato. Questo giardino fiabesco è una delle attrazioni più famose della città di Praga, ma l’imponente fortezza richiede molto tempo per essere visitata interamente; quindi, un giro in bici è l’occasione perfetta per esplorarli fino in fondo.

La piazza di Venceslao

Un’altra tappa del tour in bici per Praga è la Piazza San Venceslao, nel cuore del quartiere Città Nuova.
Fu costruita ai tempi del regno di Carlo IV come luogo di scambio di cavalli e da allora è diventato un punto vibrante della città. È il posto perfetto per fare una pedalata proprio per la sua particolare struttura.
Infatti, non si tratta propriamente di una vera e propria piazza ma di un largo viale di 750 metri di lunghezza.

Ponte Carlo

Famoso per essere il vecchio ponte d’Europa, il ponte Carlo è un passaggio imperdibile di un tour in bici.
Si tratta di uno dei ponti più famosi e antichi d’Europa, famoso soprattutto per le sue numerose e bellissime statue antiche. Non per niente è una delle attrazioni turistiche più importanti di Praga, frequentato quotidianamente da artisti di strada e musicisti.

Lo Zoo di Praga

Creato nel 1931, lo straordinario zoo di Praga è tra i migliori zoo del mondo e uno dei principali siti di attrazione della città, soprattutto per le famiglie che viaggiano con i bambini. Questo zoo è la casa di oltre 4.200 animali e ospita circa 650 specie, la maggior parte considerate in via di estinzione.
I turisti possono raggiungere lo zoo di Praga in bici percorrendo le piste ciclabili che costeggiano il fiume moldava.

La pista sul fiume

La pista ciclabile A2 di Praga segue la riva del fiume Moldava da nord a sud. Partendo dal Teatro Nazionale, i turisti su due ruote possono scendere lungo l’argine ammirando la famosa Casa danzante e la fortezza di Vyšehrad lungo il percorso. Per godersi una piccola pausa, obbligatoria è la tappa di Bajkazyl lungo il fiume. Si tratta di un vero e proprio ritrovo per ciclisti, oltre ad essere anche un negozio di noleggio biciclette. Imperdibile è anche una pausa al resort Žluté lázně, il luogo perfetto per gustare birra, salsicce e godersi una vista sul fiume.

In alternativa, andando a nord verso Troja è possibile prendere il traghetto e il sentiero per il castello di Troja, il giardino botanico di Praga e lo zoo di Praga.

I parchi di Praga

Con i suoi 235 acri, Stromovka è il parco più grande di Praga. Qui si snodano numerose piste ciclabili asfaltate, ideali per ammirare il palazzo estivo del vicereggente e il planetario di Praga.
Altri parchi con sentieri ben tenuti includono Letná, con la splendida vista di Praga dalla birreria all’aperto e il parco Divoká Šárka, la tappa ideale per una fuga tra i boschi alla periferia di Praga.

Fuori Praga

Le Greenways Praga-Vienna sono una rete ben segnalata di sentieri escursionistici e strade di campagna, che si estendono tra Praga e Vienna.
Con questi percorsi è possibile esplorare villaggi idilliaci, chiese, castelli e, gustare il famoso vino della Moravia.

Consigli per andare in bici a Praga

Prima di iniziare a pedalare a Praga, è bene conoscere alcune informazioni utili. Ad esempio, per parcheggiare la bicicletta in strada è utile acquistare un lucchetto. I portabiciclette purtroppo non sono molto comuni a Praga, quindi sono comunemente usati lampioni, segnali stradali e ringhiere. Per noleggiare le bici, Praga offre molte alternative. Infatti, ci sono tantissimi negozi in cui è possibile noleggiare una bici sia per giornate intere che per qualche ora. In questi negozi si possono trovare sia classiche biciclette che bici elettriche innovative. La maggior parte dei negozi di biciclette, in cui acquistare anche tutto il necessario per il viaggio, si trovano fuori dal centro cittadino.

Anche se la città di Praga non dispone di un proprio sistema pubblico di bike sharing, ci sono altri semplici modi per noleggiare una bicicletta nella capitale della Repubblica Ceca. I principali servizi di noleggio sono due: Rekola e Nextbike. Inoltre, c’è anche il servizio di e-bike sharing fornito dalle società Lime e Bolt.
Un ultimo importante consiglio riguarda la sicurezza. Infatti, anche i ciclisti più esperti possono trovare qualche difficoltà nel pedalare in una città come Praga. Bisogna, ad esempio, fare attenzione ai binari del tram, da attraversare in modo perpendicolare. Inoltre, è sempre fondamentale attrezzarsi con tutto il necessario per avere il massimo della sicurezza. Quindi non bisogna rinunciare al casco, neanche per brevi tratti.


Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche l’intervista di Sergio Battistini dedicata al cicloturismo!

Casco obbligatorio? Cosa succede in Italia e all’estero

Secondo le disposizioni del nuovo Codice della Strada in Italia, il casco sulle bici, sia muscolari che a pedalata assistita, non è obbligatorio, ma raccomandato: una decisone presa dalla Commissione Trasporti che non sempre è condivisa all’estero. Neanche per i minori di 14 anni è scattato l’obbligo di casco, come invece si pensava sarebbe successo alla vigilia dell’approvazione del nuovo testo.

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’obbligo di avere il casco per un ciclista non esiste e non indossarlo non fa incorrere in alcun reato né sanzione. Si tratta, però, di una accortezza che sarebbe bene avere, per una maggiore tutela e protezione della propria persona quando ci si mette in sella ad una due ruote.

Il nuovo Codice della Strada

Entrato in vigore ormai 2 anni fa con il 1 gennaio 2021, il nuovo Codice della Strada non prevede l’obbligo di indossare dispositivi per la protezione della testa, nemmeno per i minori di 14 anni. Il testo della riforma è frutto di diversi mesi di discussioni in Commissione Trasporti, dove si è voluta dare particolare rilevanza agli utenti della strada tipicamente più deboli o comunque esposti a maggiori rischi. La bozza del nuovo Codice della Strada inizialmente prevedeva l’obbligatorietà del caschetto protettivo per i bambini di età inferiore ai 14 anni, ma successivamente il legislatore ha preferito non fare rientrare la norma nel testo definitivo.

Quindi niente casco, sebbene resti un presidio consigliato, nessuna norma lo impone. Confermato invece l’obbligo di indossare giubbotto o bretelle riflettenti se si circola fuori dei centri abitati dopo il tramonto, fino all’alba, o in galleria.

Le regole principali

  1. utilizzare, se presente, la pista ciclabile;
  2. in mancanza di piste ciclabili, pedalare in strada, ma solo nel senso di marcia valido per tutti gli altri mezzi. È dunque vietato andare in bicicletta contromano;
  3. vietato usare il cellulare in bicicletta;
  4. non attraversare la strada restando in sella, ma scendere e passare sulle strisce pedonali accompagnando il mezzo a mano;
  5. se si va in bici in compagnia, procedere in fila indiana, fatti salvi i bambini sotto i 10 anni, che possono pedalare al fianco dei genitori, rimanendo sul lato destro della carreggiata;
  6. se si utilizza la bici al buio, indossare un giubbetto catarifrangente e attivare le luci di segnalazione, posizionate sia davanti che dietro al mezzo;
  7. vietato farsi trainare o attaccare rimorchi alla bici, onde evitare di comprometterne la stabilità;
  8. per il trasporto di bambini piccoli, sistemare sulla bici gli appositi seggiolini, da montare davanti o dietro a seconda di quanto indicato sul libretto di istruzioni dei diversi modelli.
In Italia il casco non è obbligatorio quando si va in bici, neanche per i minori di 14 anni.

E nel resto d’Europa?

Stando a quanto previsto dal Codice della Strada, per chi va in bici in Italia non è obbligatorio indossare il casco: vediamo cosa succede all’estero, dove spesso ci sono regole differenti.

  • Austria e Francia: obbligatorio fino ai 12 anni
  • Slovenia: obbligatorio fino ai 14 anni. Qui gli adulti che portano i bambini sulla bici elettrica devono astenersi dal consumare bevande alcoliche, infatti il limite del tasso alcolemico è fissato allo 0.0%.
  • Svezia: obbligatorio fino ai 15 anni
  • Croazia e Romania: obbligatorio fino ai 16 anni
  • Bulgaria: obligatorio per i minori di 18 anni.
  • Spagna: soltanto i ciclisti a partire dai 16 anni possono circolare senza casco nei centri urbani, mentre al di fuori di quest’ultimi è per tutti obbligatorio indossare il casco.

Al di là della capacità di condurre una bicicletta, la sicurezza dei ciclisti è particolarmente legata alla loro visibilità. Per questo, oltre all’obbligo di avere i fari, vige ad esempio in Germania, Belgio e Francia l’obbligo dei catarifrangenti.

Quanto viene usato il casco in Europa?

L’utilizzo del casco mentre si è alla guida di bici e monopattini elettrici differisce molto tra stati europei. Quasi assente nei Paesi Bassi, paese con il parcheggio sotterraneo per le bici di 17.000 mq, il casco diventa un accessorio molto diffuso a Londra dove quasi due terzi degli utenti lo indossano. L’uso della bici quindi non ha nulla a che vedere con l’abitudine di indossare il casco.

Per capire quanto sia importante l’utilizzo del casco e quanto questo venga usato ci viene in aiuto DEKRA, società tedesca che conduce test, ispezioni e ricerche sugli incidenti automobilistici. Nel 2020 ha redatto un report sulla mobilità: lo studio esamina i pericoli di chi si muove su due ruote, biciclette, e-bike, monopattini elettrici, descrivendoci la situazione ancora molto imperfetta in cui ci troviamo e permettendoci di comprendere meglio in quale direzione andare per viaggiare più sicuri e più consapevoli. Ci offre anche una panoramica su come il ciclismo evolve nel mondo e da quali problemi è maggiormente afflitto, approfondendo soprattutto il controverso tema del casco per biciclette.

Utilizzo del casco in bici nelle principali città europee.


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La vicenda delle ciclovie urbane nella Legge di Bilancio 2023

Con il governo Meloni sembrava venisse azzerato il fondo di 94 milioni per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, in realtà è stato solo ridotto a 10 milioni, ma ora l’assemblea Capitolina chiede un nuovo incremento: ripercorriamo la vicenda del Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane intermodali all’interno della Legge di Bilancio 2023.

Cosa prevedeva la legge precedente

Originariamente i Comuni italiani potevano contare sui residui 94 milioni di euro  (47 per il 2023 e altrettanti per il 2024 – tutti non ancora assegnati) dei 100 totali previsti dal Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane. Un fondo istituito con la Legge di Bilancio 2020 (art. 1 comma 47), ai tempi del Governo Conte II.

L’azzeramento dei fondi

A fronte di oltre 100 ciclisti morti per incidente nel 2022, tra cui l’ex campione Davide Rebellin, il Governo Meloni sembra però andare nella direzione opposta azzerando completamente i fondi destinati alla realizzazione di piste ciclabili urbane per il biennio 2023 e 2024. La cancellazione dei fondi per le ciclabili riguarda i ‘Rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni delle dotazioni previste a legislazione vigente’ del Bilancio pluriennale di previsione dello Stato per il triennio 2023-2025 allegato alla manovra di fine 2022. Il provvedimento è stato inserito in due righe anonime nella nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al testo finale del disegno di legge Bilancio 2023.

Tali fondi sono stati sostituiti da una dotazione assai meno corposa, come vedremo nel prossimo paragrafo.

Cosa prevede la Legge di Bilancio 2023

Con la nuova Legge di Bilancio 2023 è stato istituito un Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane intermodali con una dotazione di Euro 2 milioni per il 2023 e 4 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Si tratta di risorse destinate al finanziamento di interventi per la realizzazione, nel territorio urbano, di nuove Ciclovie e di Infrastrutture di supporto in connessione a Reti di Trasporto pubblico locale e ferroviario, effettuati dai Comuni, dalle Città metropolitane e dalle Unioni di Comuni.

Nella Legge di Stabilità il Fondo, oltre ad aver cambiato nome, prevede 10 milioni di euro per 3 anni. Questi vanno a sostituirsi ai 47+47 milioni per il 2023/2024 precedentemente messi a bilancio. Il saldo negativo è di -84 milioni di euro.

Cosa cambia per le amministrazioni locali?

In definitiva dunque l’Esecutivo di centro-destra ha inserito nella Legge di Bilancio 2023 un finanziamento di 10 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali che però, a conti fatti, somiglia tanto a un contentino. Una dotazione di soli 2 milioni per l’anno 2023 significa che se ognuno dei 7.904 Comuni italiani presentasse richiesta per accedere al Fondo riceverebbe ben… 253 euro! Ovviamente è assai improbabile che i quasi 8 mila Comuni italiani facciano tutti richiesta dei fondi. Ma anche se fossero solo 500, cifra decisamente più credibile, nel 2023 riceverebbero 4.000 euro ciascuno. Un contributo insufficiente per portare a termine qualsiasi progetto decoroso.

Un taglio insomma che creerà non pochi problemi alle amministrazioni locali, visto anche che ogni città con oltre 100.000 abitanti ha l’obbligo di attuare un Piano per la mobilità sostenibile (Pums). Molte hanno infatti già pianificato e progettato interventi contando sull’erogazione dei contributi del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane per il 2023 e 2024. Ora rischiano però di trovarsi senza soldi per realizzarli.

La richiesta di incremento dell’Assemblea Capitolina

Arriva però anche una buona notizia.

Il 10 gennaio 2023 è stata approvata una mozione di Sinistra Civica Ecologista Campidoglio per richiedere a Governo e Parlamento il ripristino del fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane nella Legge di Bilancio 2023 e raggiungere gli obiettivi del Pums. 

A Roma, come in altre città italiane è assolutamente urgente lavorare per uno sviluppo della mobilità ciclistica, come già indicato dal Pums capitolino che prevede il raggiungimento del 5% di quota modale di spostamenti in bicicletta (15% nel centro storico) e l’incremento della rete ciclabile comunale da 120 a 293 km. Obiettivi ambiziosi ma indispensabili per limitare il traffico privato e ridurre l’inquinamento atmosferico, ridisegnando i percorsi urbani anche al fine di limitare la velocità e ridurre l’alto numero di incidenti stradali di cui sempre più spesso sono vittime ciclisti e pedoni.
Gli obiettivi di incremento ed estensione delle infrastrutture ciclabili nei Comuni, previsti dal Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024, possono però essere conseguiti solo con il concorso finanziario dello Stato, che viene oggi messo in discussione dalla consistente riduzione di fondi prevista dalla legge di Bilancio 2023 rispetto al precedente Fondo per lo Sviluppo delle reti ciclabili urbane.
Roma si impegna in prima fila affinché siano stanziate al più presto risorse adeguate per favorire la mobilità ciclistica nelle aree urbane e metropolitane.
Ringraziamo l’Assemblea capitolina per questo importante risultato.

I CONSIGLIERI DI SINISTRA CIVICA ECOLOGISTA CAMPIDOGLIO, ALESSANDRO LUPARELLI E MICHELA CICCULLI, firmatari della mozione approvata, e GIOVANNI FORTI, CONSIGLIERE SCE DEL XV MUNICIPIO

L’amministrazione capitolina si impegna dunque a chiedere a Governo, Parlamento e Anci di attivarsi per stanziare nuove risorse a sostegno di interventi e progetti dei Comuni finalizzati ad ampliare e mettere in sicurezza la rete di ciclovie urbane.


Vedremo cosa succederà…

Tutto pronto per il nuovo BiciGrill di Tremosine sul Garda

È stato pubblicato la settimana scorsa il bando per la concessione in affitto del BiciGrill in località Pertica di Tremosine: l’estate prossima avremmo dunque un nuovo punto di riferimento per i bikers dell’Alto Garda.

Sempre più sostenibile, sempre più legato al territorio da vivere in sella a una bicicletta: il piano integrato di sviluppo dell’accoglienza post Covid del Comune di Tremosine parte (anche) dallo sviluppo in grande stile del cicloturismo. Nello specifico con il bando di locazione di un edificio in corso di ultimazione in località Pertica, in via Tremalzo, nei pressi della frazione di Vesio, destinato dalla prossima stagione ad ospitare un BiciGrill, ovvero un’attività di servizi specifici per ciclisti e ciclo-turisti, tra i quali il servizio di bar, ristorazione, punto informativo sugli itinerari, noleggio ed assistenza tecnica.

Il ruolo di Dolomeet

Tutto nasce da un primo appalto per il supporto alla progettazione strategica e project management area bike, avvenuto durante l’autunno del 2020. Dolomeet, in qualità di impresa affidataria ha dato dunque il suo prezioso contributo per la realizzazione di questa nuova infrastruttura.

Progettazione strategica e project management area bike

Con l’obiettivo di aumentare e prolungare i soggiorni sulle due ruote nel Comune di Tremosine, Dolomeet ha messo a disposizione dell’amministrazione un professionista dedicato in qualità di project manager di area focalizzato sulle attività di mappatura trail e servizi, a coordinamento di uno staff di tecnici con il compito di coordinare lo sviluppo integrato del territorio e del prodotto bike in generale supportando l’Ente nell’individuazione di nuovi investimenti.

Le attività svolte sono state:

  • audit degli stakeholders e local bikers;
  • raccolta dati gpx piattaforme on-line e operazione di “ascolto” online della situazione bike attuale;
  • sopralluoghi sul campo per la ricerca delle varie soluzioni tecniche con riferimento al prodotto bike
    di area
    ;
  • tracciatura con strumentazione GPS delle proposte tecniche sugli eventuali tratti di collegamento
    da realizzare ex novo
    ;
  • elaborazione dati da ufficio e redazione del masterplan pluriennale di sviluppo della bike area;
  • upgrade della rete sentieristica comunale con l’obiettivo di categorizzare, assemblare e suddividere
    le varie proposte a seconda del target ed integrarle nel nuovo progetto di sviluppo e collegamento;
  • costruzione di un prodotto bike specificatamente dedicato alle famiglie;
  • definizione delle proposte di collegamento ed integrazione con l’offerta riservata all’enduro;
  • Definizione di un piano di azione per l’eventuale posizionamento di colonnine per la ricarica di e-
    bike;
  • presentazione pubblica del masterplan agli amministratori ed al territorio.

Supporto tecnico alla progettazione del trail center/bici grill 

Oltre alla redazione del masterplan di destinazione per il Comune di Tremosine e alla tracciatura di nuovi percorsi per l’upgrade della rete sentieristica locale, Dolomeet ha offerto attività di supporto alla progettazione del nuovo BiciGrill dell’Alto Garda.

Il nuovo BiciGrill

La posizione

La nuova struttura è stata realizzata in un’area strategica per il potenziamento dei servizi turistici del Comune. La località Pertica infatti, fino ad ora priva di servizi ricettivi, è da sempre utilizzata come punto di passaggio e partenza per gli itinerari escursionistici nella parte più montana del territorio (passo Nota, Tremalzo). Il nuovo BiciGrill si innesta dunque all’interno di un contesto già conosciuto, con grandi potenzialità di sviluppo.

Il progetto

Nel fabbricato, conformato ad L trova posto, in un’ala, il bar con cucina annessa dotata di dispensa separata, nella seconda ala della L è previsto il punto noleggio che potrà usufruire anche del portico esterno, sia come deposito che come sportello per il pubblico. Per le due porzioni è presente un ingresso indipendente.  Nella zona centrale è collocato il blocco servizi dotato di uno spogliatoio obbligatorio per il personale e i servizi igienici.

Come previsto per la normativa regionale vigente sul risparmi energetico l’edificio è categorizzato NZEB (Nearly Zero Energy Building). Grazie all’utilizzo del legno, la struttura si inserisce perfettamente nel contesto paesaggistico e ambientale.