
Chi è il Mobility Manager? Definizione, novità e normativa.
Se vogliamo dirla in poche e semplici parole, il Mobility Manager è un professionista che si occupa di mobilità sostenibile che le imprese che hanno molti dipendenti, siano esse pubbliche o private, devono nominare obbligatoriamente. Con l’inserimento di questa figura ci si pone l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale derivante dal traffico nelle aree urbane e metropolitane.
Vediamo ora nello specifico quando è obbligatorio, di cosa si occupa e il suo ruolo nel sistema aziendale.
QUANDO È OBBLIGATORIO
Inizialmente, con il decreto del ’98 era considerato obbligatorio per le aziende private con più di 300 dipendenti e per le pubbliche amministrazioni con più di 800 dipendenti. Ora, le soglie minime si sono nettamente abbassate. Il mobility manager dev’essere presente in tutte le aziende e PA con più di 100 dipendenti ubicate in specifici luoghi quali:
- capoluogo di Regione;
- città metropolitana;
- capoluogo di Provincia;
- comune con più di 50.000 abitanti.
ITER LEGISLATIVO
La questione ruota tutta attorno al decreto ministeriale del 12 maggio 2021 che obbliga determinate aziende ad adottare entro il 31 dicembre di ogni anno, un Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) e di conseguenza a nominare un Mobility Manager per la sua elaborazione e supporto alla sua adozione.
Una figura che in realtà è nata, sotto lo pseudonimo di responsabile della mobilità aziendale, con il DM del 27 marzo 1998 (“Mobilità sostenibile nelle aree urbane“), dopo degli accordi di Kyoto sui cambiamenti climatici.
Diventa poi a tutti gli effetti Mobility manager con il decreto Rilancio DL 34/2020, fino al DM del 12 maggio 2021 che ne disciplina funzioni e requisiti distinguendo tra 2 figure principali:
- Mobility Manager Aziendale: figura specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente.
- Mobility Manager d’Area: supporto al Comune territorialmente competente nella definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile, nonché nello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali.
Il primo è dunque un professionista nominato dall’azienda con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti casa-lavoro, il secondo invece ha il compito di supportare e coordinare i vari Mobility Manager Aziendali all’interno della propria area di riferimento e di approvare il PSCL entro il 31 dicembre di ogni anno.
Le novità di settembre 2022
Con il decreto interministeriale del 16 settembre 2022, il Ministero delle’Ambiente e della sicurezza energetica (ora Ministero della Transizione ecologica) apporta alcune novità in merito ai Mobility Manager d’area e aziendali:
- con riferimento alle società infragruppo ubicate nella stessa unità locale, la soglia occupazionale dei 100 dipendenti è calcolata sommando i dipendenti della diverse società del raggruppamento;
- i Comuni hanno la possibilità di nominare i mobiliy manager d’area, non più solo tra il personale di ruolo, ma anche tra quello di società partecipata o dell’agenzia della mobilità
- ai mobilty manager che svolgono la propria attività presso o in favore di pubbliche amministrazioni, può essere riconosciuto il rimborso delle spese sostenute per lo svolgimento delle loro attività.

CHI È E COSA FA
Secondo le ultime novità, il requisito fondamentale per essere nominato Mobility Manager è l’essere in possesso di un elevata e riconosciuta competenza professionale ed esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela ambientale.
È infatti il professionista che si occupa di organizzare una mobilità sostenibile attraverso attività di supporto, decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni efficaci in tema di mobilità sostenibile:
- cura i rapporti con enti pubblici e privati coinvolti direttamente nella gestione degli spostamenti del personale;
- attiva iniziative di informazione, divulgazione e sensibilizzazione sul tema della mobilità sostenibile;
- promuove, insieme al Mobility Manager d’area, azioni di formazione e indirizzo per incentivare l’uso della mobilità ciclo-pedonale, dei servizi di trasporto pubblico e di quelli ad esso complementari;
- supporta il Mobility Manager d’area nel promuovere interventi sul territorio per favorire l’intermodalità, lo sviluppo di itinerari ciclabili e pedonali, servizi di trasporto pubblico, servizi di mobilità condivisa e di infomobilità.
Oltre a queste attività di tipo generico, è colui che si occupa di elaborare il PSCL e di promuovere la realizzazione degli interventi necessari a una miglior organizzazione e gestione della mobilità dei dipendenti.
IL PSCL
Come previsto dall’articolo 3 del DM 12 maggio 2021, le aziende sopra citate oltre a nominare un Mobility Manager hanno l’obbligo di redigere un Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) entro il 31 dicembre di ogni anno. L’obiettivo è sempre quello di ridurre il traffico dei veicoli privati dovuto ad aziende o PA che, in quella specifica zona, hanno molti dipendenti. All’interno di questo documento programmatico e strategico devono essere presenti misure volte a orientare i lavoratori verso forme di mobilità sostenibile alternative, valutando quali possono essere i vantaggi:
- per i dipendenti: in termini di tempi di spostamento, costi e comfort di trasporto;
- per l’impresa o la Pubblica Amministrazione: per quanto riguarda aspetti economici e di produttività;
- per la collettività: dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Contenuti minimi
- una parte introduttiva;
- una parte informativa e di analisi (delle condizioni strutturali dell’azienda, dell’offerta di trasporto e degli spostamenti casa-lavoro);
- una parte progettuale (con le misure da implementare, i benefici e il programma di implementazione);
- un programma di monitoraggio.
Quello della mobilità sostenibile è insomma un tema sempre più centrale all’interno dei nostri Paesi e delle realtà aziendali. Scopri di più riguardo all’UCI Mobility & Bike City Forum.