
La vicenda delle ciclovie urbane nella Legge di Bilancio 2023
Con il governo Meloni sembrava venisse azzerato il fondo di 94 milioni per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, in realtà è stato solo ridotto a 10 milioni, ma ora l’assemblea Capitolina chiede un nuovo incremento: ripercorriamo la vicenda del Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane intermodali all’interno della Legge di Bilancio 2023.
Cosa prevedeva la legge precedente
Originariamente i Comuni italiani potevano contare sui residui 94 milioni di euro (47 per il 2023 e altrettanti per il 2024 – tutti non ancora assegnati) dei 100 totali previsti dal Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane. Un fondo istituito con la Legge di Bilancio 2020 (art. 1 comma 47), ai tempi del Governo Conte II.
L’azzeramento dei fondi
A fronte di oltre 100 ciclisti morti per incidente nel 2022, tra cui l’ex campione Davide Rebellin, il Governo Meloni sembra però andare nella direzione opposta azzerando completamente i fondi destinati alla realizzazione di piste ciclabili urbane per il biennio 2023 e 2024. La cancellazione dei fondi per le ciclabili riguarda i ‘Rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni delle dotazioni previste a legislazione vigente’ del Bilancio pluriennale di previsione dello Stato per il triennio 2023-2025 allegato alla manovra di fine 2022. Il provvedimento è stato inserito in due righe anonime nella nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al testo finale del disegno di legge Bilancio 2023.
Tali fondi sono stati sostituiti da una dotazione assai meno corposa, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Cosa prevede la Legge di Bilancio 2023
Con la nuova Legge di Bilancio 2023 è stato istituito un Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane intermodali con una dotazione di Euro 2 milioni per il 2023 e 4 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Si tratta di risorse destinate al finanziamento di interventi per la realizzazione, nel territorio urbano, di nuove Ciclovie e di Infrastrutture di supporto in connessione a Reti di Trasporto pubblico locale e ferroviario, effettuati dai Comuni, dalle Città metropolitane e dalle Unioni di Comuni.
Nella Legge di Stabilità il Fondo, oltre ad aver cambiato nome, prevede 10 milioni di euro per 3 anni. Questi vanno a sostituirsi ai 47+47 milioni per il 2023/2024 precedentemente messi a bilancio. Il saldo negativo è di -84 milioni di euro.
Cosa cambia per le amministrazioni locali?
In definitiva dunque l’Esecutivo di centro-destra ha inserito nella Legge di Bilancio 2023 un finanziamento di 10 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali che però, a conti fatti, somiglia tanto a un contentino. Una dotazione di soli 2 milioni per l’anno 2023 significa che se ognuno dei 7.904 Comuni italiani presentasse richiesta per accedere al Fondo riceverebbe ben… 253 euro! Ovviamente è assai improbabile che i quasi 8 mila Comuni italiani facciano tutti richiesta dei fondi. Ma anche se fossero solo 500, cifra decisamente più credibile, nel 2023 riceverebbero 4.000 euro ciascuno. Un contributo insufficiente per portare a termine qualsiasi progetto decoroso.
Un taglio insomma che creerà non pochi problemi alle amministrazioni locali, visto anche che ogni città con oltre 100.000 abitanti ha l’obbligo di attuare un Piano per la mobilità sostenibile (Pums). Molte hanno infatti già pianificato e progettato interventi contando sull’erogazione dei contributi del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane per il 2023 e 2024. Ora rischiano però di trovarsi senza soldi per realizzarli.
La richiesta di incremento dell’Assemblea Capitolina
Arriva però anche una buona notizia.
Il 10 gennaio 2023 è stata approvata una mozione di Sinistra Civica Ecologista Campidoglio per richiedere a Governo e Parlamento il ripristino del fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane nella Legge di Bilancio 2023 e raggiungere gli obiettivi del Pums.
A Roma, come in altre città italiane è assolutamente urgente lavorare per uno sviluppo della mobilità ciclistica, come già indicato dal Pums capitolino che prevede il raggiungimento del 5% di quota modale di spostamenti in bicicletta (15% nel centro storico) e l’incremento della rete ciclabile comunale da 120 a 293 km. Obiettivi ambiziosi ma indispensabili per limitare il traffico privato e ridurre l’inquinamento atmosferico, ridisegnando i percorsi urbani anche al fine di limitare la velocità e ridurre l’alto numero di incidenti stradali di cui sempre più spesso sono vittime ciclisti e pedoni.
I CONSIGLIERI DI SINISTRA CIVICA ECOLOGISTA CAMPIDOGLIO, ALESSANDRO LUPARELLI E MICHELA CICCULLI, firmatari della mozione approvata, e GIOVANNI FORTI, CONSIGLIERE SCE DEL XV MUNICIPIO
Gli obiettivi di incremento ed estensione delle infrastrutture ciclabili nei Comuni, previsti dal Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024, possono però essere conseguiti solo con il concorso finanziario dello Stato, che viene oggi messo in discussione dalla consistente riduzione di fondi prevista dalla legge di Bilancio 2023 rispetto al precedente Fondo per lo Sviluppo delle reti ciclabili urbane.
Roma si impegna in prima fila affinché siano stanziate al più presto risorse adeguate per favorire la mobilità ciclistica nelle aree urbane e metropolitane.
Ringraziamo l’Assemblea capitolina per questo importante risultato.
L’amministrazione capitolina si impegna dunque a chiedere a Governo, Parlamento e Anci di attivarsi per stanziare nuove risorse a sostegno di interventi e progetti dei Comuni finalizzati ad ampliare e mettere in sicurezza la rete di ciclovie urbane.
Vedremo cosa succederà…