Una storica risoluzione in tema di ciclabilità è stata adotatta a febbraio dall’Parlamento Europeo con l’obiettivo di stimolare la Commissione Europea a sviluppare una European Cycling Strategy finalizzata a raddoppiare i km percorsi in bicicletta in ogni Stato membro entro il 2030. Nell’ottica di una politica di sviluppo della mobilità sostenibile, la risoluzione invita dunque gli Stati membri ad aumentare significativamente gli investimenti nella costruzione di infrastrutture ciclabili e a sostenere politiche industriali per l’intero comparto.
Questa risoluzione, adottata grazie all’iniziativa di alcuni Membri del Parlamento Europeo sotto la guida di Karima Delli eurodeputata dal 2009 e presidente della commissione per i trasporti e il turismo, è la sintesi perfetta di cosa ogni Stato membro della UE debba considerare affinchè ci si possa muovere nelle aree urbane in maniera veloce, sicura e rispettosa dell’ambiente che ci circonda.
Un‘iniziativa cruciale per delineare le future politiche europee sulla bicicletta: un documento che esamina sistematicamente le politiche dell’UE relative alla bicicletta ed elenca le azioni raccomandate rivolte principalmente ai responsabili politici europei e, ove applicabile, ai livelli nazionale, regionale e locale.
Il piano d’azione
Il documento stabilisce un piano d’azione per sviluppare più infrastrutture ciclistiche, gettare terreno fertile in Europa per la produzione di biciclette, componenti e batterie e far crescere due milioni di posti di lavoro in un ecosistema ciclistico che comprende produzione, turismo, vendita al dettaglio, salute e sport che già impiega un milione di persone in Europa oggi.
La risoluzione richiede una serie di azioni specifiche per consentire e far crescere l’uso della bicicletta, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo:
- Aumentare significativamente gli investimenti in infrastrutture ciclabili sicure e separate e integrare la bicicletta nelle strutture urbane
- Prendere in considerazione la bicicletta quando si costruisce o si aggiorna l’infrastruttura della rete transeuropea di trasporto (TEN-T)
- Includere l’industria del ciclismo nell’ecosistema della mobilità della strategia industriale dell’UE
- Sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”.
- Consentire la creazione di ulteriori posti di lavoro di alta qualità nel settore del ciclismo
- Aumentare l’accessibilità e la convenienza delle biciclette
- Accelerare lo sviluppo della rete EuroVelo, la rete europea di piste ciclabili, e dei suoi 17 percorsi
- Promuovere luoghi di lavoro a misura di bicicletta
- Consentire parcheggi per biciclette sicuri e protetti e capacità di ricarica per le e-bike
- Designare il 2024 come l’Anno europeo del ciclismo
I 17 punti della European Cycling Strategy
- La bicicletta, mezzo di trasporto a tutti gli effetti
- manutenzione ed integrazione delle infrastrutture
- sinergia tra mezzi di trasporto
- una rete parallela alla linea ferroviaria
- ebike e bike sharing a prezzi accessibili
- norme di sicurezza
- stakeholder della strategia industriale dell’UE
- lavoro e produzione per stimolare la competitività
- inclusione
- educazione e formazione
- regole per la sicurezza e protezione degli utenti
- potenziale della bicicletta elettrica
- parcheggi sicuri e protetti per le biciclette
- ruolo di aziende e organizzazioni nello sviluppo del settore
- turismo e aree rurali
- riduzione dell’IVA
- 2024, anno della bicicletta
Il contenuto della risoluzione
La delibera parte con un focus sul tema della produzione di biciclette – che ad oggi conta circa 1.000 piccole e medie imprese – per poi presentare le esigenze e le sfide del settore, comprese quelle relative alla sicurezza, alle infrastrutture e all’occupazione. Secondo gli eurodeputati, la mancanza di parcheggi sicuri e di piste ciclabili dedicate, nonché misure insufficienti per prevenire i furti, sono alcuni degli ostacoli che impediscono alle persone di utilizzare la bicicletta come mezzo quotidiano per spostarsi in città. È dunque di fondamentale importanza stabilire nuove priorità a livello europeo, nazionale e regionale.
Le infrastrutture
L’attenzione si concentra dunque sui processi di pianificazione e sviluppo delle infrastrutture ciclabili e intermodali dei vari stati membri, chiedendo loro di tenere in considerazione il tema della ciclabilità già durante le fasi di progettazione di soluzioni collegate alla mobilità urbana ed extraurabana. Si parla ad esempio di aggiungere piste ciclabili che corrono parallele ai binari ferroviari o alle vie navigabili interne, ove possibile. I deputati incoraggiano inoltre le autorità locali (e nazionali) ad aumentare significativamente gli investimenti nelle infrastrutture ciclabili e ad integrare sistemi di bike sharing a prezzi accessibili nei loro piani di mobilità urbana.
La produzione
La risoluzione sulla strategia europea per la bicicletta invita inoltre la Commissione europea e gli Stati membri a sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”, stimolando così la competitività dell’industria dell’UE, contribuendo così al reshoring e alla sicurezza della catena di approvvigionamento. Si suggerisce poi di ridurre le aliquote IVA per la fornitura, il noleggio e la riparazione di biciclette ed e-bike per rafforzare il settore.
L’accessibilità
Infine, i deputati mirano a garantire l’accessibilità alla bicicletta alle persone con mobilità ridotta e ai gruppi vulnerabili. Si propone in tal senso ad esempio di utilizzare Il Fondo sociale europeo per il clima e i Fondi strutturali e di investimento per aiutare le persone più colpite dalla povertà dei trasporti, sostenendole con l’acquisto di biciclette o l’accesso ai servizi di bike sharing.
Secondo la presidente della commissione TRAN, l’eurodeputata Karima Delli, con questo voto il Parlamento europeo sta adottando una posizione chiara sulla bicicletta e affermando che si tratta di una modalità di trasporto che dovrebbe essere messa sullo stesso piano delle altre modalità.
In Italia, questa linea di azione è stata tradotta con il Piano Generale di Mobilità Ciclistica, che garantisce, attraverso i fondi del PNRR, 600 milioni di euro per lo sviluppo del cicloturismo nell’intera penisola. Un piano che ci da molta speranza, se non fosse per la vicenda delle ciclovie urbane nella legge di bilancio che ha tolto 84 milioni di euro a disposizione delle amministrazioni locali per lo sviluppo delle rete ciclabili urbane.