Come già spiegato in precedenza – ad esempio qui -, la pump track è un circuito chiuso dove si gira senza l’ausilio della pedalata, ma coordinandosi e pompando le whoops: oggi proviamo a spiegarvi meglio quali sono le base per andare in pump track e divertirsi.
Per farla breve, si tratta di schiacciare e tirare la bici sulle gobbe e nelle curve, spostando il peso del corpo per innescare un processo che genera velocità, sfruttando le discese per aumentare la pressione sui pedali e sul manubrio e le salite per diminuirla.

Sulla pump track il movimento deve essere fluido, bisogna assecondare le gobbe in salita e spingere su braccia e gambe in discesa per prendere velocità. La Pump track è utile per tutti i biker: ci insegna a non toccare i freni in curva, a fidarci del nostro mezzo e delle nostre capacità. A cercare il nostro limite e sopratutto a migliorare la resistenza alla fatica.
Torquato Testa, campione di dirt e slopestyle.
Per cominciare
La bici giusta
Per andare in pump track, fondamentale è scegliere la bici giusta. Dimentichiamoci la classica full, sulla pump è controproducente: nel pompare infatti, tutto ciò che è sospensione, tutto ciò che assorbe energia invece di trasferirla a terra è un male. La bici più adatta è sicuramente una dirt, una bicicletta rigida priva di ammortizzatori posteriori e con le ruote belle gonfie, con pressione pari a 4 bar circa. L’impostazione di guida deve essere alta, con il manubrio leggermente piegato all’indietro così che la guida si accorci e rimanga più vicina.
L’abbigliamento
Poche e semplici regole anche per cosa indossare quando si sale in pump track:
- scarpe abbastanza alte da proteggere il malleolo
- cavigliere
- parastinchi
- pantaloni aderenti e elasticizzati
- paraschiena
- casco (scodella o integrale)
I movimenti
L’impostazione
Una volta che l’equipaggiamento è definito si può procedere col salire in bici, ecco qualche accorgimento per un’impostazione di guida corretta:
- tenere le mani strette, ma non rigide, sulle manopole
- tenere un solo dito sul freno
- posizionare il polso in linea con il manubrio, non troppo piegato
- poggiare l’avanpiede sul pedale, in una posiziona leggermente spostata in avanti (per capirci, la fine del pedale deve corrispondere con l’inizio dell’alluce)
- concentrarsi sullo sguardo: attenzione a non guardare nè la ruota nè troppo avanti. L’ideale è guardare a 4 metri di distanza dalla ruota, in questo modo si avrà cognizione sia di dove si trova la bici sia di dove ci si trova nello spazio.
Come pompare
Cominciamo ora ad entrare nel merito del movimento principale da apprendere per andare in pump track, cioè il pompare sui bumps. Il concetto chiave è semplice: mentre sei nella parte di discesa spingi con le gambe verso il basso e distendile per accelerare, mentre sei nella parte di salita invece, tieni le gambe flessibili per ridurre l’attrito e mantenere la tua velocità.

In salita quindi l’obiettivo è alleggerirsi al massimo per non perdere velocità. Indispensabile sarà quindi saper distendere braccia e gambe. Se all’avvicinarsi della parte in salita del dosso spostiamo in alto il nostro peso, prima con le braccia tirando il manubrio verso l’alto e poi alleggerendo le gambe, neutralizzeremo la forza di gravità che tende a farci rallentare.
Diversamente, in discesa è necessario pompare al massimo per acquistare più velocità possibile. Proviamo dunque a schiacciare la bici a terra, spingendo in basso il manubrio e spostando il peso all’indietro: sedere e bacino dovranno trovarsi proprio sopra la ruota posteriore. La bici acquisterà velocità in modo proporzionale alla spinta data.
Il tutto con il giusto tempismo e coordinazione: quando la ruota posteriore si trova in cima alla gobba allora è ora di cominciare a spostare il peso all’indietro per pompare, quando la ruota raggiungerà la fine della gobba ci si dovrà rimettersi in posizione normale per poi distendersi in salita.
All’inizio ci sentiremo impacciati, ma già dopo qualche giro sentiremo il nostro corpo sciogliersi e i nostri movimenti diventeranno più fluidi. Ci accorgeremo dei primi miglioramenti subito, la velocità aumenta in maniera quasi inspiegabile, impareremo a sentire il nostro corpo e ad anticipare i movimenti.

Come affrontare le curve
Una volta imparato a pompare, capiamo come affrontare al meglio le curve perchè se prese nel modo giusto ti aiutano a sentire l’accelerazione e combattere la gravità.
Esistono due tipologie di curve:
- quelle senza appoggio, sostanzialmente in piano.
- quelle con appoggio con la presenza della sponda.
Le prime vanno affrontate con i pedali sfalsati (uno su e uno giù) e sono fondamentali per apprendere la guida fuori sella, cioè riuscire a inclinare la bici a dx e sx portando il corpo dalla parte opposta sfalsando i pedali. Importante in questo caso sarà mantenere lo sguardo sempre avanti e, mentre si sfalsano i pedali, pedalare all’indietro per non cambiare la velocità e i ritmi, per evitare di perdere la coordinazione.
Le curve con sponda invece vanno affrontate con piedi pari; qui la discriminante principale è la traiettoria: si deve stare attenti a non stare nè troppo in alto nè troppo in basso, per evitare di scivolare e cadere. Lo sguardo anche qui gioca una ruolo fondamentale: nel momento di approccio alla curva si dovrà guardare il centro della curva, e man mano che ci si avvicina al centro, rivolgere lo sguardo all’uscita e quindi alle gobbe. Insomma, il trucco è trucco è mantenere l’inclinazione e tenere una traiettoria lineare. Per sfruttarle al meglio puoi anche fare un mezzo pump poco prima della curva, senza distendere del tutto le gambe e tenendole semi-piegate.
Bene, ora che hai le basi per andare in pump track, segui i consigli del campione di dirt Torquato Testa all’interno dei suoi tutorial e comincia a fare dei trick da vero pro!
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