A scuola di produttività con OZIO CREATIVO

Esiste un ozio attivo e necessario alla produzione di idee: ozio creativo di Domenico De Masi ce ne insegna l’essenza.

Ozio creativo è un interessante libro intervista nel quale Domenico De Masi, incalzato dalle domande di Maria Serena Palieri. Approfondisce la tesi di un ozio attivo, necessario alla produzione di idee così come necessario allo sviluppo della società e della filosofia che sta alla base di molte aziende.

Per De Masi infatti, nella società postindustriale, è proprio l’ozio creativo che deve assumere un ruolo da protagonista.

Il futuro infatti è di chi saprà sottrarsi alla tradizionale idea di lavoro come corvé, di chi saprà puntare a una misura di attività in cui il lavoro va a confondersi con il tempo libero, con lo studio e con il gioco.

Una tesi basata su ricerche, case history, ed interviste ma soprattutto fondata sull’esperienza di vita e di studio dell’autore.

Dove nascono le idee?

De masi è convinto che la quantità di idee prodotte non sia direttamente proporzionale alla quantità di ore trascorse in azienda

Indagini scientifiche, condotte in particolare sul telelavoro, dimostrano che compiti che in azienda richiedono circa 8 o 10 ore, da casa possono essere svolti in 4 o 5 ore.

La gente passa in azienda il doppio del tempo strettamente necessario e questo, in parte, è dato dal fatto che siamo abituati ad applicare al lavoro intellettuale regole che furono le basi del lavoro materiale.

L’autore fa un esempio che è calzante, spiegando che se a inizio secolo fossimo andati in visita alla Ford il vecchio Henry sarebbe stato fiero di parlarci di efficienza, organizzazione, ore di lavoro e produttività.

Quando oggi andiamo in visita ad una fabbrica, senza scomodare il buon Adriano Olivetti, sentiamo invece parlare di socialità, estetica, luminosità degli ambienti e benessere dei lavoratori quali valori imprescindibili dell’impresa.

Se ci pensate questa è una vera conquista!

Cos’è in definitiva l’ozio creativo?

Bisogna innanzitutto premettere che tra inezia fisica e lavoro intellettuale non c’è altrettanta separazione.

Si può stare sdraiato per ore mentre la mente lavora vorticosamente perché è vero che l’amaca è l’opposto della catena di montaggio ma non è detto che sia meno produttiva.

Oziare non significa non pensare ma significa “non pensare secondo regole obbligate“, non avere l’assillo del cronometro.

L’ozio creativo è vitale per la produzione di nuove idee e per la definizione di soluzioni diverse rispetto a quelle già conosciute.

E poi serve dirigere il tempo libero risultante dedicandone una parte a noi stessi, alla cura del nostro corpo e della nostra mente; un’altra alla famiglia e agli amici e una terza alla collettività ed alla sua organizzazione civile e politica.

Solo così si potrà ottenere una civiltà più matura e più a misura d’uomo.

L’importanza della formazione

Un altro concetto importante che De Masi rimarca è che, rispetto al passato, la nostra identità dipende sempre di più dalla nostra formazione.

La nostra formazione dipende da quello che impariamo, dalla nostra capacità di produrre idee, dal nostro stile e dal nostro senso estetico.

Purtroppo i manager di oggi vivono chiusi nella boccia aziendale e così finiscono per avere sempre meno idee e sempre più paura del mondo esterno, un dramma per una società basata sul terziario e sull’innovazione.

Sarebbe da isolarli perché non contamino i manager delle future generazioni.

Ozio creativo è un concentrato di teorie controcorrente, che non troverete mai nella letteratura americana in materia e che si discosta appunto dai grandi classici del personal empowerment.

Nel suo essere controcorrente è un saggio drammaticamente realista e propone risposte oltre che alle carenze aziendali ai vuoti valoriali che la società stessa va a generare portando l’individuo alla solitudine.

Ozio creativo è una risposta ai bisogni di innovazione della società dell’economia e dei suoi rapporti con l’uomo individuo e lavoratore fatti di tutele e doveri. Come dice Nietzsche:

chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo, qualunque cosa sia per il resto: uomo di stato, commerciante, impiegato, studioso.

De Masi D. Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri. BUR, 2000, 300 pag.

Esiste un ozio attivo e necessario alla produzione di idee: ozio creativo di Domenico De Masi ce ne insegna l'essenza
Esiste un ozio attivo e necessario alla produzione di idee: ozio creativo di Domenico De Masi ce ne insegna l’essenza © Alessio Migazzi – Dolomeet SrL

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