Come costruire una pump track

Chi di voi non vorrebbe una pump track nel proprio giardino? Scopriamo assieme come costruirla in modo corretto! Se nel precedente articolo vi avevamo dato qualche suggerimento pratico per trovare le soluzioni migliori in termini di materiali e resistenza, oggi entriamo nel concreto e capiamo davvero come costruire una pump track in asfalto.

Progettazione

La realizzazione di una Pump track di qualità, sicura e che sia duratura nel tempo richiede necessariamente particolari abilità tecniche e specialistiche, per questo il nostro consiglio è quello di affidarsi sempre ad esperti del settore in fase di pianificazione e progettazione.

Una volta individuata l’area, definito il layout e ottenuto le varie autorizzazioni a costruire si può passare alla parte pratica.

Costruzione

Preparazione dell’area

Per prima cosa è necessario delimitare e mettere in sicurezza l’area soggetta ad interventi, così come previsto dagli obblighi di legge. Da qui comincia la prima fase di preparazione del percorso:

  • pulizia del terreno: asportazione dello strato superficiale ricco di propaguli (terra vegetale), separazione dei materiali e creazione dell’area di lavoro.
  • livellazione del terreno tramite movimento terra al fine di ottenere un piano stabile che non abbia pendenze rilevanti;

Tracciatura

Arriva poi il momento del pump track designer, che traccia sul campo per mezzo di strumento GIS le linee della Pump track. In questo modo si definiscono gli ingombri e si individuano le zone dove si dovrà intervenire con mezzi meccanici per l’apporto di materiale.

Posa dei drenaggi

Prima di portare il materiale è importante definire le modalità di drenaggio: la pianificazione del regolare deflusso dell’acqua è un punto focale dell’intera opera in quanto consente alla Pump track di mantenersi nel tempo evitando punti di accumulo, zone fangose e pozze varie.

Si passa quindi alla predisposizione dei drenaggi realizzati per mezzo di pozzi di drenaggio a dispersione e, qualora necessario, per mezzo di tubi e pozzetti collegati alle tubazioni di scarico della rete delle acque bianche.

Apporto materiale

Inizia in questa fase l’apporto e il posizionamento del materiale necessario alla creazione del percorso. Tutti i movimenti terra, gli interventi di compattazione e i lavori di rifinitura sono da effettuarsi con mezzi idonei e secondo modalità specifiche in base alle diverse necessità, seguendo le indicazioni del tecnico specializzato. 

Strato superficiale

Prima di procedere alla posa dell’asfalto è necessario procedere alla finitura dello strato superficiale con controllo degli angoli e finalizzazione del fondo. Posa in opera di vari strati di inerte e di materiale stabilizzato per la creazione delle curve e delle gobbe, per mezzo di idonei strumenti di compattazione.

Posa del conglomerato bituminoso

Posa di conglomerato bituminoso sull’area della Pump track. 

Interventi di finitura

Una volta che saranno state affrontate tutte le fasi sopra descritte andrà delineata la segnaletica orizzontale, quali strisce sugli esterni delle paraboliche ed in altri punti specifici, al fine di rendere il percorso più piacevole, sicuro e di più facile percorribilità (soprattutto ad alta velocità). 

importante poi prevedere ulteriori ed eventuali opere di finitura quali riposizionamento della terra vegetale, semina del verde, segnaletica verticale ed altre opere.

I nostri trail builder di fiducia

Insomma, tutti possono costruire una pump track, ma non tutti lo sanno fare bene ed in modo corretto! A chi ci affidiamo noi? Ai nostri colleghi di Trail Zone, con ampia esperienza nel settore del trail building e della costruzione di pump track!

Le nostre realizzazioni

Con loro ci siamo mossi in tutt’Italia e abbiamo dato vita a percorsi davvero super, ecco quale esempio.

Come nasce un percorso di cross country per la Coppa del Mondo? | Red Bull Bike Italia

La mia intervista per Red Bull Bike Italia, dove racconto come si progetta e si realizza un percorso mtb cross country valido per il circuito di Coppa del Mondo UCI.

Quali sono le tempistiche relative alla progettazione e quali quelle di realizzazione di un percorso di cross country?

Dipende se va progettato un percorso ex-novo oppure si implementa un percorso esistente. Se si parte da zero ovviamente bisogna partire molto presto e seguire tutto l’iter progettuale. Per prima cosa è necessario individuare la proprietà dei terreni attraverso le particelle catastali, effettuare degli approfondimenti per capire se ci sono aree protette oppure di tutela, fare l’analisi dell’idrografia, del rischio idrogeologico e della corografia in generale.

Non è facile rispondere alla domanda, ma per quanto riguarda la definizione del progetto solitamente in 3 mesi il progetto è pronto poi i tempi per le autorizzazioni dipendono molto da regione a regione e sono molto aleatori. Per esperienza ti posso dire che almeno 12 mesi sono necessari per le autorizzazioni formali. Per la realizzazione, in base alle tempistiche da rispettare, ci si organizza con le squadre operative. Il mio consiglio è di fare i lavori durante l’autunno in modo tale che il terreno poi si stabilizza ed sia pronto per essere utilizzato la primavera.

Esiste un iter di analisi del terreno?

Prima di tutto va individuato un versante che si presti per i seguenti aspetti:

  • Tecnici relativi al percorso
  • Tipologia di fondo e features naturali presenti
  • Dislivello e sviluppo metrico del versante
  • Accessibilità da parte di pubblico e mezzi di soccorso
  • Visibilità e spettacolarità

Ovviamente per riuscire ad analizzare bene un terreno è necessario fare il sopralluogo quando il verde non è ancora particolarmente diffuso. La stagione migliore è decisamente l’autunno e, dove non c’è neve, l’inverno. In questo modo si riesce bene a vedere il fondo, lo sviluppo del versante e si riescono a definire le linee migliori.

Che strumenti sono indispensabili nella fase di studio e sviluppo?

Molto importante lo studio da remoto tramite il pc. Attraverso l’utilizzo di strumenti ormai evoluti si riescono a ricavare molti dati del terreno e di quello che si troverà durante il sopralluogo. Oltre a questo poi si riesce ad avere una panoramica di insieme migliore e, a livello di design, si possono preparare diverse ipotesi poi da verificare sul campo.
Durante il sopralluogo sul campo è poi indispensabile essere dotati di strumentazione GPS con una buona accuratezza del segnale. Grazie ai waypoint si possono prendere appunti sul campo. Inoltre per rilevazione puntuale della pendenza spesso si utilizza anche l’inclinometro.

Di quale figure si avvale un’organizzazione per sviluppo e realizzazione?

Il lavoro viene svolto tramite lavoro di squadra tra un trailbuiler e un progettista: solitamente il trailbuilder definisce le linee, le tipologie di realizzazioni e di interventi da fare, il dislivello e tutte le features da inserire nel percorso il progettista interpreta in “burocratese” e mette su carta le idee del trailbuilder.
Nel mio caso ho la fortuna che con la mia società Dolomeet srl abbiamo un tecnico interno e sviluppiamo regolarmente progetti di nuovi trail, per questo posso dire che grazie all’esperienza maturata in Val di Sole abbiamo raggiunto un elevato know how in questo settore che esportiamo sul territorio nazionale.

Ci sono standard internazionali che un’organizzazione deve rispettare?

Si parte sicuramente dallo studio del Regolamento UCI inerente la realizzazione e le caratteristiche che deve avere un percorso XCO. Il trend è quello di realizzare percorsi più corti rispetto al passato e stare nel minimo di sviluppo previsto da regolamento, cioè 4km. Gli aspetti principali da considerare sono:

  • Sicurezza dei riders;
  • Sicurezza del pubblico;
  • Spettacolarità e “tv friendly”;

UCI ha una figura che si preoccupa di valutare la qualità dei percorsi realizzati e di dare il nullaosta alla manifestazione. Nel nostro caso abbiamo avuto una fase di coaching i primi anni più marcata, adesso invece abbiamo piuttosto carta bianca nel dare sfogo alle nostre idee e questo mi da tanta soddisfazione.

Dal progetto alla realizzazione, qual è il primo step esecutivo?

La prima cosa da fare sicuramente è il course taping, quindi definire con del nastro la linea del tracciato e poi procedere con i lavori. In questa fase è molto importante non farsi prendere dall’impeto di volere fare in fretta ma è indispensabile fare scelte studiate e ponderarle bene.

L’esperienza poi ci insegna che le incognite che troviamo nella realizzazione rispetto alle idee progettuali possono essere diverse, per questo motivo il trailbuilder deve essere sempre presente in tutte le fasi della lavorazione e gestire situazioni non previste.
Successivamente si procede con la pulizia del corridoio di lavorazione e con gli altri lavori previsti.

Quali sono i materiali utilizzati per shaping e riempimento?

A me piace dividere queste lavorazioni in due: interventi a mano (natural) e interventi con mezzi (build). Il nostro percorso ad esempio è stato suddiviso in 3 sezioni: natural, regular e costruito (build).
Per il natural si effettuano interventi di sistemazione a mano, trail shaping, rock armoring con badile, piccone, macleod invece per il costruito utilizziamo scavotore o ragno con benna orientabile e dove necessario andiamo ad apportare materiale misto terra e frantumato da cava nella miscela perfetta per avere il giusto grip e drenaggio del fondo. Molto utile la motocarriola autocaricante per spostare materiale e battere il fondo.

Quando un percorso diventa definitivo e idoneo per una coppa del mondo?

Sicuramente dopo averci lavorato parecchio e averlo provato e riprovato in sella alla bike, è solo “girandoci” poi in bici che si notano i particolari e gli ultimi interventi che fanno la differenza. In Val di Sole l’idoneità viene data successivamente alla track walk con il delegato tecnico UCI che ha l‘ultima parola sul lavoro fatto.

Quanto è cambiata nel tempo la progettazione? Quali sono le richieste attuali e differenti rispetto al passato?

Come tutte le cose anche lo sviluppo di percorsi XCO è in continua evoluzione, si tratta di un connubio tra l’evoluzione delle biciclette e la conseguente evoluzione dei percorsi xco, ognuna di queste due parti mette la sua parte e di conseguenza ci si spinge verso il futuro dello sport di questa disciplina.
C’è tanta sete di show: più portiamo i percorsi verso la gente più il pubblico si appassiona, dobbiamo cercare di dare visibilità a questa stupenda disciplina e per farlo dobbiamo cercare di rendere il più possibile visibili e accessibili al pubblico i nostri percorsi.

Quale sarà il futuro di questo processo?

Io penso che ogni percorso deve riuscire ad esprimersi per quello che può offrire, nel mio immaginario ogni località dovrebbe riuscire a differenziarsi e a mettere in evidenza la propria identità e DNA che non è replicabile e ripetibile da altre parti. Il vero futuro di questo processo è delineato dalla creatività dei singoli organizzatori, in questo momento lo standard viene definito dalle competenze acquisite sul campo da tutti noi e il futuro lo stiamo scrivendo stagione per stagione andando a migliorare e a implementare i nostri amati percorsi.

Trail building: impariamo dagli errori

In questo articolo ho voluto riportarvi un po’ di foto che ho scattato in questi due ultimi anni girando in Italia dove possiamo vedere gli errori più comuni del trail building che vengono commessi nella realizzazione di bike park e trails.

Siamo abituati a vedere immagini di bike park strepitosi, trail da sogno e bikers che si divertono come dei pazzi. Ma l’esperienza reale è davvero questa in Italia?

È innegabile ormai tante località hanno delle realizzazioni di rilievo ma si vedono altresì degli interventi “discutibili”.

Braking Bumps

Braking bumps

Questo è il classico risultato derivante da uno dei tipici errori del trail building nella progettazione della geometria delle curve e della pendenza del terreno. A causa delle frenate ripetute il fondo si deteriora creando una serie di piccole gobbe ravvicinate che rendono l’esperienza di riding in quel punto poco piacevole. Il fenomeno si presenta soprattutto sui trail dove c’è un’affluenza di bikers non indifferente.

Sentieri sulla massima pendenza

Sentiero distrutto

Spesso nell’immaginario quando ci confrontiamo con persone che non sono proprio del mestiere troviamo difficoltà a fare passare il messaggio che anche in zone dove il terreno è buono non è la strada giusta segnalare un passaggio e fare in modo che i bikers lo percorrano. Agendo in questa maniera i danni che si ottengono sono veramente gravi, sopratutto se questi “passaggi” vengono individuati sulla massima pendenza: una volta che si è deteriorato il cotico erboso l’acqua piovana inizia a scavare e a fare grossi danni. Ovviamente più il sentiero è sulla massima pendenza più l’acqua acquista velocità e scava. In questo caso un’attenta progettazione a monte e una successiva realizzazione del sentiero con i giusti criteri sarebbe stata la soluzione migliore.

Attraversamenti pericolosi

Attraversamento pericoloso

Continuiamo con gli errori tipici nel trail building. Quando si progetta un bike park o una trail zone è determinante fare in modo di evitare al massimo incroci con altre piste e incroci con strade di viabilità ordinaria. Nel caso in cui non si può evitare è necessario realizzare un sottopasso oppure un ponte. Dove non è possibile percorrere nemmeno questa soluzione si possono individuare delle soluzioni per fare rallentare i bikers al fine di evitare assolutamente attraversamenti in direzione perpendicolare.

Scarsa manutenzione

Manutenzione sentieri bike

La manutenzione dei sentieri è la linfa vitale affinchè i bikers li percorrano in sicurezza, per renderli divertenti e per fare in modo che gli stessi durino a lungo regalando quindi esperienze positive ad un sacco di persone. Questo è determinante sia in bike park che al di fuori, dove viene individuata e pubblicizzata una rete di trail. Gli interventi di manutenzione ordinaria dovranno essere mirati anche e sopratutto a definire/pulire i canali di scolo per fare in modo che durante le piogge i sentieri non diventino ruscelli ma diano modo all’acqua di scaricarsi nei posti giusti.

Materiale di finitura troppo grosso

Materiale troppo grosso

Nelle situazioni dove c’è necessita di apportare materiale di finitura è molto importante scegliere il materiale giusto. Il materiale superficiale è il protagonista della nostra esperienza di riding è quella cosa che ci dà buone o cattive sensazioni in base a quanto grip (aderenza) il pneumatico ottiene della miscela del terreno che attraversa.

Drittoni

Sentiero dritto

Più il tracciato è dritto e pendente maggiore sarà l’ipotetica velocità di percorrenza da parte dei bikers. Soprattutto nei casi in cui il sentiero è promiscuo (utilizzato anche da pedoni) questo parametro è di fondamentale importanza per consentire una convivenza dei vari utenti ed evitare situazioni di pericolo. Il piacere di una discesa in bici è anche la possibilità di guidare la propria bici piuttosto che aggrapparsi al manubrio e mollare i freni sul dritto.

Regimentazione dell’acqua

Acqua che scorre nel sentiero

Quando si realizza un sentiero bike l’acqua deve essere un elemento da tenere sempre in considerazione. Un’attenta ed accurata realizzazione di un sentiero tiene sempre conto di ciò prevedendo pendenza laterale, grade rehearsal e in generale una regimentazione dell’acqua. L’acqua deve defluire il prima possibile dal trail.

Mancanza di vie di uscita

No way out

Quando ci troviamo in Bike Park ogni biker predilige una velocità di percorrenza in base ad aspetti soggettivi di piacere di riding. C’è chi si diverte ad andare veloce, ci sono i principianti che sono alle prime armi con le discese e ci sono coloro che si vogliono godere ogni piccolo passaggio del trail ad una velocità media. Ovviamente far convivere tutte queste esigenze su un sentiero stretto non è facile perchè diventa difficile sorpassare il biker che si ha davanti. Avete mai provato quella sensazione di avere qualcuno dietro che spinge?? È importante prevedere la possibilità, per chi vuole fermarsi, di uscire dal trail per fare passare oppure per riposarsi. Molto spesso questo aspetto non è preso in considerazione e ci si trova incanalati in un trail senza “wayout”.

Geometrie da rivedere

Parabolica ripida

Sembra facile ma non lo è! Spesso nell’immaginario comune si pensa che basta avere a disposizione un mezzo meccanico e dando delle indicazioni allo scavatorista chiunque sia in grado di costruire un bike trail di successo. Non c’è nulla di più sbagliato, di esempi di esperienze negative di trail building ne abbiamo viste molte. Realizzare un trail, una parabolica, una jump-line, uno skill park, un bike park è un lavoro molto specialistico. Il motto al quale ci avviciniamo maggiormente è build it right to build it once: è determinante costruire il trail una volta e per fare il modo di non doverlo rifare è importante farlo bene. Vediamo spesso lavori discutibili da rifare e purtroppo lavorare su lavori fatti male è più difficile che realizzare un sentiero da zero.

Ghiaione come piovesse

La ghiaia uccide il piacere

Sassi smossi, ghiaia grossa o fine: tutte tipologie di materiali che non restituiscono aderenza, e che sono dunque assolutamente da evitare. Vi è mai successo di alzare qualche sasso e di beccarlo nello caviglia o nel forcellino? Brutti momenti.. Oltre ad aumentare esponenzialmente il rischio di infortuni il piacere di guida viene proprio annullato.

Le cose giuste nel posto sbagliato

Gli scoli dell’acqua sono molto importanti, ma devono essere fatti nei punti giusti altrimenti diventano molto pericolosi. Un salto lungo il trail è sempre ben accetto ma possibilmente non in curva.. un rockgarden fatto bene è sempre bello da affrontare ma non in piano… Ogni elemento deve essere messo nel posto giusto dove la velocità per affrontarlo sia quella giusta e dove si riesce a mantenere il flow lungo la discesa. Per realizzare un trail di successo è necessario attenersi ad un corretto dosaggio dei seguenti ingredienti:

  • linee
  • pendenze
  • raggi di curva
  • lunghezze
  • dimenisioni
  • altezze
  • flow
  • e molto altro

Prendersi cura del verde

Povero bosco

Quando si ha il privilegio di realizzare un sentiero bike con mezzi meccanici è molto importante che lo stesso si sposi bene con l’ambiente circostante. Questo implica anche una cura del verde, del sottobosco, degli alberi, delle radici e di tutti gli elementi naturali che troviamo. È importante entrare nel bosco in punta di piedi ed uscirne con qualcosa di bello lasciato alla nostre spalle.

Concludiamo così la nostra carrellata dei principali errori quando si parla di trail building, contattaci per scoprirne molti di più!

Cos’è un trail?

Spesso i bikers parlano con termini tecnici o di comune utilizzo all’interno della “family”: la parola trail è un termine ormai comunemente utilizzato anche in Italia ma ovviamente non tutti sanno cos’è e di cosa si tratta.

COME STA CAMBIANDO LA MOUNTAINBIKE

Partiamo dal fatto che la mountainbike negli ultimi anni sta cambiando molto velocemente sia nei mezzi che nelle aspettative di chi la utilizza. Se fino a qualche anno fa ci si fregiava di essere dotati di migliaia di chilometri di percorsi dedicati alle mountain bike individuando strade secondarie, strade sterrate e mulattiere oggi i bikers sono sempre più alla ricerca di trails. Scopriamo quindi assieme che cos’è un trail.

IL TERMINE TRAIL

I trails in parole semplici sono sentieri chiamati anche “single tracks”. Possiamo trovare sentieri costruiti appositamente per i bikers oppure sentieri che, per natura sono destinati al trekking, ma che in alcune circostanze possono essere condivisi con i bikers:

  • dove la frequentazione di pedoni non è elevata
  • su sentieri che per le loro caratteristiche evitano sezioni dove i ciclisti acquistano molta velocità
  • in zone dove vi è un’elevata attenzione alla convivenza pacifica tra le parti.

VECCHI TRAILS

In molte località si stanno “aprendo” nuovi trails semplicemente andando a recuperare e sistemare vecchi sentieri ormai dismessi particolarmente chiusi in termine di vegetazione.

NUOVI TRAILS

Diversamente, in altre località i trails stanno nascendo ex novo. Dove si costruiscono nuovi sentieri spesso di assiste a un incremento della frequentazione bike e quindi ad opere di successo: un sentiero nuovo è un sentiero disegnato e tracciato appositamente per i bikers. Verranno poste al centro dell’attenzione questioni costruttive specifiche come pendenze e raggi di curva, con l’obiettivo di creare trails per un divertimento assicurato

IL FUTURO DEI TRAILS

Abbiamo fin ora parlato di costruzione e fruizione dei trails, ma e la loro manutenzione? Se realizzati con le tecniche costruttive giuste, i sentieri sono in grado i prevenire da sè il lavoro di deteriorarmento dato dall’acqua; è necessario comunque avere sempre a disposizione un team locale che si occupi della loro manutenzione ordinaria.

Grazie dunque ai nostri esperti trail builiders (tecnici specializzati nella costruzioni di bike parks e trails) per prendersi cura del nostro territorio e dei nostri sentieri!

A San Giuliano Milanese si inaugura la pista di Pump Track

San Giuliano Milanese – Grande festa al Parco dei Giganti a Zivido, giovedì 17 settembre si è tenuta l’inaugurazione ufficiale della pista di Pump Track.

L’impianto, realizzato Dolomeet Srl, è una pista a circuito chiuso della lunghezza di circa 130 metri, costituita da dossi e paraboliche e utilizzabile dagli appassionati di mountain bike, skateboard, roller e monopattini. 

La struttura è parte del progetto di riqualificazione complessiva dell’area in cui sorgevano gli orti abusivi, che ora invece diventa a pieno titolo un luogo sociale, di aggregazione e di pratica sportiva che viene restituito alla città.

La sistemazione dell’area è completata dal posizionamento di 7 archi urbani di stazionamento bici e di 4 panchine.

A seguire, è prevista l’inaugurazione ufficiale della nuova area fitness “inclusiva”, nelle vicinanze della pista di Pump Track, con attrezzature utilizzabili anche dai disabili e pavimentazione antitrauma.

Il commento degli amministratori locali

Soddisfatto il Sindaco, Marco Segala: “Un’assoluta novità per il Sud Milano dato che ne esistono pochissime e non di proprietà pubblica, è la pista di Pump Track.

Siamo particolarmente orgogliosi del fatto che, con un investimento di circa 100 mila euro, abbiamo restituito alla collettività un’area che prima era fonte di degrado e di pericolo e che ora si inserisce molto bene nel contesto del parco.

Al posto degli orti abusivi, troviamo anche una nuova area fitness, anch’essa inclusiva come quella che abbiamo inaugurato a fine luglio all’interno del parco di via Toscana.

A San Giuliano Milanese si inaugura la pista di Pump Track: il taglio del nastro

“Sono due progetti che abbiamo fortemente voluto come Amministrazione Comunale” – spiega l’Assessore con delega ai Parchi Cittadini, Tatiana Doina Francu.

“La pista di Pump Track rappresenta una vera e propria novità: un percorso ad anello sul quale ci si può allenare, composto da tratti con curve di tipo parabolico raccordate a tratti rettilinei con dossi in sequenza di varia altezza.

Gli interventi  nel parco non si fermano qui e prevedono anche il potenziamento dell’illuminazione pubblica e la riqualificazione dell’area gioco dedicata ai più piccoli”.

A chi è rivolto il nuovo impianto Pump Track

I bambini dai 2 anni possono girare in sicurezza sulle loro balance bike sfruttando l’equilibrio sui piedi e il moto gentile di spinta delle gobbe.

Gli appassionati di mountain bike inoltre vedono il Pump Track come una pista per allenare e migliorare le proprie capacità di guida, quasi come fosse uno strumento per soli atleti.

Il Pump Track è un’attrattiva che si adatta alle esigenze di ogni età.

La difficoltà aumenta solo con l’aumentare della velocità e si caratterizza per essere una formidabile infrastruttura per il mantenimento della forma fisica.

Il Pump Track di San Giuliano Milanese: le caratteristiche

A San Giuliano Milanese si inaugura la pista di Pump Track, le caratteristiche:

  • Superficie interessata: 30-32m
  • Fondo di scorrimento: asfalto
  • Larghezza media percorso: 2mt
  • Metri lineari Pump Track in percorrenza: 130
  • Altezza massima sponde: 100cm

Nasce Trail Generation

Dolomeet Srl è parte di un ATI, Trail Generation, che comprende Danger Zone SrL: Dolomeet SrL, già riferimento per i grandi eventi mondiali organizzati in Val di Sole.

Una struttura che da anni supporta destinazioni turistiche nello sviluppo del loro prodotto bike: dalla progettazione, alla realizzazione alla promozione e messa sul mercato.

Unite sotto il brand Trail Generation, Dolomeet e Danger Zone hanno dato vita alla più importante struttura di settore a livello europeo.

Un vero e proprio hub bike oriented con un organico attivo di oltre 40 persone e che nel proprio curriculum annovera la costruzione completa di alcuni tra i migliori Bike Park in Italia.

Trail generation propone inoltre la realizzazione di Pump Track in asfalto e lo sviluppo di Master Plan di destinazione.

Guida al Trail Building

Prendersi cura dei propri sentieri per mountain bike è fondamentale. Questo è il Trail Building: la costruzione e la manutenzione dei sentieri. 

Trail Building significa imparare a costruire sentieri.

Il Trail Building consiste nel progettare, costruire e mantenere i sentieri. 

In passato i sentieri venivano costruiti per necessità, per collegare due punti; ora invece nascono, la maggior parte delle volte, per il divertimento  degli utenti.  
Negli ultimi anni il Trail Building non solo è in forte espansione, ma è anche di moda.

Il vero cuore del prodotto bike sono i percorsi, che devono essere di qualità, costruiti con tanta tecnica ed attenzione all’ambiente e mantenuti nel tempo. 

Sentieri in totale armonia con l’ambiente

Bisogna essere riconoscenti verso la natura e rispettarla, prendendosi cura dei sentieri. Senza natura e di conseguenza senza sentieri, non si può praticare lo sport della mountain bike. Per questo l’associazione locale dovrebbe sempre prendersi cura dei propri sentieri. 
Oltre a questo, bisogna prendersene cura per far sì che i fruitori possano continuare a divertirsi sempre di più e in sicurezza. 

Be sustainable: creare trail sostenibili

Quando si pianificano e poi si costruiscono sentieri, bisogna avere un approccio eco-sostenibile che metta in primo piano il mantenimento dei terreni e la natura.
L’obiettivo è quello di far divertire il biker facendo in modo che il suo passaggio risulti il meno invasivo possibile. Inoltre, i percorsi devono subire il minimo deterioramento possibile, al fine di avere dei costi il più bassi possibile. 

Cosa è importante tenere in considerazione nella pianificazione e costruzione di percorsi?

Le pendenze sono molto importanti. Percorsi più pendenti si erodono più facilmente.

I percorsi sono da condividere. Per questo, quando si pensa alla progettazione di un sentiero, è preferibile sceglierlo con un ridotto traffico “extra-bicicletta”. Meglio evitare che sia frequentato da molti utilizzatori quali pedoni, cavalli, cacciatori. 

L’aiuto dei volontari è fondamentale, infatti, è bene che gli appassionati partecipino anche a delle giornate di formazione. Per questo vengono organizzati i Trail Building Workshop, le Trail Building Weeks e la Trail Building School. 

È necessario sensibilizzare le persone per far capire quanto il Trail Building sia importante per l’esistenza di uno sport come quello della mountain bike.

Le fasi del progetto

Ogni territorio è diverso e per questo è necessario uno studio attento e su misura del suolo, dell’ambiente circostante e dell’obiettivo da raggiungere. Linee, pendenze e dossi sono studiati appositamente per un risultato finale unico e duraturo.

Il Trail Building è composto da diverse fasi

1. ANALISI DEL TERRITORIO, che consiste nella valutazione completa della situazione. Si inizia con un sopralluogo, tenendo in considerazione morfologia, storia, cultura e orografia per comprendere esigenze, criticità ed opportunità del territorio. Subito dopo si passa all’analisi dei potenziali collegamenti limitrofi, alla definizione dei potenziali utenti, alla delineazione del budget e alla richiesta di permessi e autorizzazioni.

2. CONDIVISIONE: il progetto deve essere condiviso con i biker locali.

3. PROGETTAZIONE 

4. COSTRUZIONE

5. FORMAZIONE

Formazione Trail Building
Il momento della formazione

6. FEEDBACK E INNOVAZIONE: raccogliere pareri è fondamentale per migliorare sempre più il prodotto bike.

7. PROMOZIONE: oltre a realizzare il prodotto, bisogna anche comunicarlo.

I quattro pilastri IMBA 

IMBA (International Mountain Bicycling Association) è l’ente di riferimento internazionale per lo standard di realizzazione di sentieri bike sostenibili.

I quattro pilastri di IMBA sono: 

  • Dialoga: con le istituzioni,  i proprietari terrieri e gli enti che si occupano di quel territorio.
  • Costruisci: prenditi cura dei sentieri e partecipa alle giornate di manutenzione. 
  • Rispetta: la natura, gli animali e le persone che ti circondano. 
  • Pedala: spegni il computer ed esci con la tua bici. 

Il dialogo e di conseguenza i permessi richiesti agli organi di competenza, sono sempre il punto di partenza di ogni progetto. Spendere tempo e fatica in un progetto mal progettato in partenza è inutile perché i suoi risultati non saranno sicuramente soddisfacenti.

Alcune semplici regole da rispettare quando ci si trova su un percorso 

Quando ci si trova su un percorso bisogna sempre ricordarsi che non si è soli e quindi si devono rispettare alcune semplici regole:

  • non buttare spazzatura per terra: il bosco non è un cestino 
  • rispettare gli altri rider che si possono incontrare lungo la strada 
  • percorrere i trail nella direzione giusta per evitare si scontrarsi con qualcuno e se ci si ferma, mettersi di lato per non intralciare il percorso
  • ricordarsi sempre di portare un piccolo kit per il primo soccorso e per la riparazione della propria bici
  • non utilizzare i percorsi chiusi o in fase di lavori. 

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche “Che cos’è un Bike Park”.

Cos’è uno skill park e perché è importante?

Cos’è uno skill park e perché è importante? Uno skill park è l’ambiente ideale per migliorare la propria tecnica di guida, grazie agli ostacoli presenti lungo il percorso.

Gli skill park sono ambienti divertenti e sicuri in cui migliorare le proprie tecniche di guida della bike. Si tratta di campi pratica in cui ottimizzare le proprie abilità di guida nella pratica di discipline diverse. Sono realizzati in un terreno dedicato in una zona piana o con una lieve pendenza. Contengono diversi ostacoli tecnici permanenti o temporanei, costruiti con materiali naturali uniti ad elementi artificiali

Skill Park di Commezzadura
Lo skill park di Commezzadura

Gli ostacoli

Gli ostacoli naturali spesso non sono sufficienti per dare vita a bike park e trail center veramente validi e divertenti. Di conseguenza, devono essere aggiunti degli ostacoli artificiali per arricchire la proposta bike. Si tratta di strutture semplici, con la superficie in legno, che permettono di simulare situazioni del mondo della bike in modo sicuro e senza pericoli. Sono perfetti anche per i più piccoli, vista la minima altezza dal suolo. Sono adattabili in diversi contesti come parchi gioco all’aperto, palestre, su prato, su asfalto. La loro modularità e composizione totalmente libera, inoltre, rende possibile la creazione di infinite soluzioni per formare circuiti sempre diversi.

Oltre alla loro mobilità e ai loro costi gestibili, un grande vantaggio degli elementi per l’allenamento è la loro individualità. Non ci sono limiti per la forma ed il design delle loro costruzioni. Sono perfetti per essere usati nelle scuole bike e nei corsi pratica. Gli elementi mobili sono interessanti perché oltre a poter essere combinati tra loro in qualunque momento, possono anche essere assemblati o smontati come si desidera. Possono inoltre essere utilizzati sia indoor che outdoor

Per introdurre i principianti allo sport della bike in un modo semplice e tecnico, uno skill course è la scelta perfetta. L’area pratica rende possibile approcciarsi ai nuovi ostacoli e alle nuove tecniche senza pericolo.

Quindi cos’è uno skill park e perché è importante?

La funzione principale degli skill park è dunque di natura tecnica: aiutare i principianti a prendere confidenza con le due ruote lavorando sull’equilibrio. Allo stesso tempo però sono utili anche per supportare i più esperti nel miglioramento della propria tecnica di guida sulla bike.

Gli skill obstacles però rappresentano anche un’occasione di svago per tutti i bambini che si cimentano in un nuovo sport, rendendolo più divertente.

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche “Guida al Trail Building”.